Vicenzi, 111 anni di dolcezza nel nome di nonna Matilde
Vicenzi, 111 anni di dolcezza nel nome di nonna Matilde
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A distanza di oltre un secolo l'attività di nonna Matilde è rimasta saldamente in mano alla famiglia, rappresentata da oltre quarant'anni proprio dal nipote Giuseppe, terza generazione e presidente della Vicenzi Biscotti spa, azienda dolciaria centenaria specializzata nella produzione di pasticceria industriale dolce e salata.
Presidente, lei rappresenta la terza generazione della Vicenzi Biscotti spa, azienda dolciaria ultracentenaria specializzata nella produzione di pasticceria industriale. Vogliamo riassumere brevemente i passaggi salienti di questa storia di successi?
Quella della Vicenzi è una storia fatta di passione, dolcezza e tradizione di una piccola attività di famiglia che è diventata una grande realtà portavoce della pasticceria italiana tipica nel mondo. Il 1905 è l'anno del primo documento aziendale, e a San Giovanni Lupatoto, un piccolo centro alle porte di Verona, mia nonna Matilde Venturini, 39 anni e quattro figli ancora in tenera età, da poco vedova Vicenzi, decise di prendere in mano la gestione dell'attività familiare: un forno da pane e pasticceria, e alla vendita di generi alimentari affianca anche quella di dolci fatti in casa, tipici della tradizione pasticcera locale: amaretti, savoiardi, maronati, nadalini, biscottini, sfogliatine, torte e budini. L’attuale struttura organizzativa è stata costituita nel 2005 quando abbiamo compiuto un’operazione di grande rilievo, decidendo di acquisire tutto il ramo da forno Parmalat. Il Gruppo Vicenzi, di cui sono Presidente, oggi comprende tre brand d’eccellenza: Matilde Vicenzi, dedicato alla fine pasticceria italiana, Grisbì, la famosa frolla ripiena e Mr.Day, le merende di pasta margherita e panificati. Con il suo primato della più vasta gamma di prodotti tipici italiani, il Gruppo si distingue come produttore d’eccellenza di pasticceria secca, assortita, basi pronte, biscotti e prodotti da forno, prodotti cortesia e monodose.
Come mai avete deciso di acquisire proprio questi marchi?
La decisione è scaturita da due necessità: penetrare nei mercati esteri e sviluppare il nostro business dando un’impennata al fatturato. Da quando abbiamo acquisito la parte bakery della Parmalat, infatti, abbiamo raddoppiato il giro d’affari e acquisito quattro stabilimenti dedicati a produzioni diverse. In seguito, per renderci più competitivi sul mercato, abbiamo attuato una ristrutturazione che ci ha portato a chiudere due fabbriche e a eliminare alcuni prodotti che non davano assolutamente resa.
Quindi qual è l’attuale struttura organizzativa?
Oggi abbiamo quattro stabilimenti: Nusco che è specializzato nel settore delle merende colate, Bovolone che è specializzato nei prodotti ripieni come Grisbì, San Giovanni Lupatoto dove facciamo Savoiardi e Amaretti e Fiorenzuola d’Arda in cui lavoriamo prodotti di frolla come tortelli, ciambelline e snack.
Parliamo di numeri. Oggi a quanto ammonta il vostro giro d’affari e in quali Paesi esportate?
Attualmente abbiamo superato i 100 milioni di euro ed esportiamo in un centinaio di Stati. Quelli più interessanti e a cui dedichiamo maggiore attenzione sono gli Stati Uniti, la Cina, la Germania e la Francia. Siamo presenti in Paesi con tradizioni alimentari molto diverse dalle nostre: in Cina da vent’anni, in Australia da più di dieci; ovunque i nostri prodotti vanno molto bene perché tutto ciò che è Italian food è premiante, a condizione che sia di buona qualità. Se una persona vuole mangiare un buon pasticcino deve farlo in Italia e il nostro compito è stato quello di portare questo pasticcino nel mondo, usando esclusivamente materie prime naturali.
Per quanto riguarda le relazioni con l’estero come vi siete organizzati? Avete delle filiali commerciali all’estero o gestite tutto dall’Italia?
La presenza all’estero è curata da una struttura commerciale che conta una sezione per l’Europa e una per l’Overseas, con sede negli Stati Uniti, a Miami.
Su quali asset verte la vostra strategia?
La nostra politica è sempre stata di entrare nelle nicchie e diventarne leader e direi che siamo ampiamente riusciti guadagnando una posizione di primo piano nel mercato premium price. Oggi, oltre ad essere leader nel savoiardo, nell’amaretto e nella sfoglia, siamo leader anche nei prodotti ripieni con Grisbì e nel settore merenda colata. Altro asset fondamentale della filosofia aziendale è una presenza multicanale che si basa su un mix strategico di diversificazione distributiva: dalla classica GDO ai negozi di delicatessen, dal canale Ho.re.ca al vending, ai bar e aeroporti con i monoporzionati e i prodotti cortesia.
La vostra è una delle poche realtà del nostro Paese che è rimasta negli anni a conduzione familiare e che è riuscita a superare, anche a testa alta, il periodo di crisi. Se le chiedessi qual è la ricetta del successo di Vicenzi?
Anche noi abbiamo subìto delle ripercussioni, soprattutto dovute al fatto che l’acquisizione della divisione bakery della Parmalat ha coinciso proprio con l’inizio della crisi economica, quindi per noi è stato pesante l’assorbimento dell’investimento fatto.
Ciò che ci ha salvato è stata la possibilità di sostenerci sul mercato grazie alla brand awareness che abbiamo costruito negli anni, una brand awareness che è sinonimo di qualità. Per cui, anche negli anni di congiuntura economica negativa, il nostro prodotto ha continuato a essere presente nel carrello dei consumatori in virtù della qualità superiore che essi gli attribuiscono. Questa “etichetta” che il consumatore ci ha sempre riconosciuto ci ha dato la possibilità di superare anche i momenti di recessione.
Quanto è importante, anche per un’azienda storica come la vostra che ha prodotti molto conosciuti e amati dai consumatori, il driver dell’innovazione?
Direi che è fondamentale. Il nostro forte orientamento all’alta qualità che poi caratterizza un po’ tutta l’arte dolciaria della tradizione italiana, verte su un vivace reparto di R&D che propone costantemente novità sul mercato, seguendo le evoluzioni e i trend di consumo, arricchendo la gamma di gusti sempre nuovi e porzionamenti adatti alle più svariate modalità di degustazione. Ne è un esempio la Summer Edition dei Grisbì che ogni anno si presenta sullo scaffale con un ripieno nuovo in edizione limitata per l'estate.
Essendo consapevoli della superiorità qualitativa dei nostri prodotti, inoltre, investiamo molto anche in innovazione di packaging, per conservare le proprietà organolettiche dall’impasto allo scaffale. La propensione all’innovazione e il continuo perfezionamento della varie linee, attraverso test specifici per garantirne le caratteristiche e soddisfare le aspettative, sono entrambi plus che ancor di più riconfermano l’eccellenza del Gruppo nell’arte dolciaria.
Un’ultima domanda: quali sono gli obiettivi o i piani da qui a 5 anni?
L’obiettivo che cercheremo di raggiungere al più presto è di raggiungere una percentuale del 50 e 50 sul fatturato tra mercato nazionale ed export.
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