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Tetra Pak: emergenza trasformata in opportunità
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Tetra Pak: emergenza trasformata in opportunità
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A qualche mese dall’esplosione del “caso Itx” Distribuzione Moderna ha incontrato Paulo Nigro, amministratore delegato di Tetra Pak Italia, per restituire uno spaccato della situazione e approfondire le iniziative intraprese dall’azienda per gestire l’emergenza, trasformando un elemento di elevata criticità nell‘occasione per compiere un ulteriore passo in avanti.
Nel novembre 2005 il caso “Itx” ha attratto l’attenzione dei consumatori e degli operatori del largo consumo, a fianco di temi quali la sicurezza degli alimenti e le garanzie di salubrità derivanti dal controllo sull’intera filiera.
Distribuzione Moderna: Tetra Pak è stata coinvolta in prima persona dall’allarme Itx. Qual è il suo punto di vista su quanto è accaduto e quali sono state le misure prese per superare l’emergenza?
Paulo Nigro: In questa situazione tutta l’industria è risultata estremamente vulnerabile e per poter prevenire eventuali altri “tsunami”, mi sembra il momento giusto per effettuare una riflessione di più ampio respiro.
Il caso “Itx” ci ha fatto toccare con mano quanto l’Italia si distingua da altri paesi per la maggiore attenzione e preoccupazione da parte dei consumatori nei confronti degli alimenti. L’allarme Itx ha dato luogo a un’ondata irrazionale di panico mediatico, diffusasi a velocità record.
Lo scoppio dell’ allarme ha messo in evidenza che occorre allineare ulteriormente la legislazione italiana a quella europea ed evitare la strumentalizzazione di questo caso anche a livello politico.
Il punto è che l’industria italiana non è stata difesa, pur nella consapevolezza dell’inesistenza del problema: i prodotti ritirati dal mercato italiano durante il periodo di “crisi” sono infatti rimasti sullo scaffale di altri paesi europei in quanto ritenuti a norma, come dichiarato dalle autorità scientifiche competenti.
DM: Qual è la situazione attuale?
PN: Questo è un tipico esempio di come una criticità, un problema, possa venire trasformato in un’occasione di crescita e sviluppo: il “caso” Itx è stato trasformato in materiale di ricerca e innovazione.
L’avere accettato in qualche modo il ruolo di “capro espiatorio”, assumendoci una responsabilità che avrebbe coinvolto più protagonisti della filiera, ci è stato riconosciuto da parte dei clienti, permettendoci di contenere il danno.
DM: Quali sono state le iniziative più recenti?
PN: Tetra Pak si sta muovendo per creare un momento di confronto tra i diversi attori coinvolti – industrie, università, amministrazione pubblica – per promuovere un’attività di ricerca congiunta, finalizzata alla revisione della normativa e alla messa a punto di una più efficace metodologia di monitoraggio.
L’ipotesi è la creazione di un vero e proprio comitato scientifico, una piattaforma di condivisione a partire dalle strutture esistenti, che faccia ricerca sull’intera filiera agroalimentare. Inoltre Tetra Pak si avvale attualmente della collaborazione di varie università e ha incrementato ulteriormente l’investimento in ricerca e qualità al fine di azzerare il rischio che eventi di questo genere possano verificarsi nuovamente.
Anche dal punto di vista legislativo insieme alle associazioni confindustriali effettueremo un’attenta valutazione in merito all’adeguatezza del quadro normativo attuale che possa rappresentare uno stimolo per una riflessione più ampia su queste tematiche.
DM: Il caso Itx ha impattato in qualche misura sulle politiche aziendali?
PN: Oggi all’interno di Tetra Pak operare e ragionare per processi, anziché secondo una logica di funzioni, è un fatto consolidato da tempo. Nello scenario globale l’Italia è all’avanguardia per l’approccio di processo e la capacità di fronteggiare una situazione critica e inusuale ha beneficiato di questa impostazione. Il caso Itx ha portato a rivisitare alcune procedure a livello mondiale e a rafforzare le strutture interne di ricerca anche in altri paesi.
DM: Qual è lo stato attuale del processo di trasformazione perseguito dalla strategia di sviluppo di Tetra Pak degli ultimi anni?
PN: Non ci si può proporre di proteggere la bontà senza sapere come produrla. Il processo di riorganizzazione interna è partito nel 1991 perseguendo una vision avanzata che ha portato alla creazione di valore aggiunto attraverso l’integrazione di processo lungo tutta la catena del valore. La trasformazione da cui deriva l’attuale armonizzazione di due elementi storicamente divisi – il processo produttivo e il packaging – se talvolta ha comportato scelte dolorose, rappresenta oggi il principale elemento di distintività di Tetra Pak a livello globale.
Nel novembre 2005 il caso “Itx” ha attratto l’attenzione dei consumatori e degli operatori del largo consumo, a fianco di temi quali la sicurezza degli alimenti e le garanzie di salubrità derivanti dal controllo sull’intera filiera.
Distribuzione Moderna: Tetra Pak è stata coinvolta in prima persona dall’allarme Itx. Qual è il suo punto di vista su quanto è accaduto e quali sono state le misure prese per superare l’emergenza?
Paulo Nigro: In questa situazione tutta l’industria è risultata estremamente vulnerabile e per poter prevenire eventuali altri “tsunami”, mi sembra il momento giusto per effettuare una riflessione di più ampio respiro.
Il caso “Itx” ci ha fatto toccare con mano quanto l’Italia si distingua da altri paesi per la maggiore attenzione e preoccupazione da parte dei consumatori nei confronti degli alimenti. L’allarme Itx ha dato luogo a un’ondata irrazionale di panico mediatico, diffusasi a velocità record.
Lo scoppio dell’ allarme ha messo in evidenza che occorre allineare ulteriormente la legislazione italiana a quella europea ed evitare la strumentalizzazione di questo caso anche a livello politico.
Il punto è che l’industria italiana non è stata difesa, pur nella consapevolezza dell’inesistenza del problema: i prodotti ritirati dal mercato italiano durante il periodo di “crisi” sono infatti rimasti sullo scaffale di altri paesi europei in quanto ritenuti a norma, come dichiarato dalle autorità scientifiche competenti.
DM: Qual è la situazione attuale?
PN: Questo è un tipico esempio di come una criticità, un problema, possa venire trasformato in un’occasione di crescita e sviluppo: il “caso” Itx è stato trasformato in materiale di ricerca e innovazione.
L’avere accettato in qualche modo il ruolo di “capro espiatorio”, assumendoci una responsabilità che avrebbe coinvolto più protagonisti della filiera, ci è stato riconosciuto da parte dei clienti, permettendoci di contenere il danno.
DM: Quali sono state le iniziative più recenti?
PN: Tetra Pak si sta muovendo per creare un momento di confronto tra i diversi attori coinvolti – industrie, università, amministrazione pubblica – per promuovere un’attività di ricerca congiunta, finalizzata alla revisione della normativa e alla messa a punto di una più efficace metodologia di monitoraggio.
L’ipotesi è la creazione di un vero e proprio comitato scientifico, una piattaforma di condivisione a partire dalle strutture esistenti, che faccia ricerca sull’intera filiera agroalimentare. Inoltre Tetra Pak si avvale attualmente della collaborazione di varie università e ha incrementato ulteriormente l’investimento in ricerca e qualità al fine di azzerare il rischio che eventi di questo genere possano verificarsi nuovamente.
Anche dal punto di vista legislativo insieme alle associazioni confindustriali effettueremo un’attenta valutazione in merito all’adeguatezza del quadro normativo attuale che possa rappresentare uno stimolo per una riflessione più ampia su queste tematiche.
DM: Il caso Itx ha impattato in qualche misura sulle politiche aziendali?
PN: Oggi all’interno di Tetra Pak operare e ragionare per processi, anziché secondo una logica di funzioni, è un fatto consolidato da tempo. Nello scenario globale l’Italia è all’avanguardia per l’approccio di processo e la capacità di fronteggiare una situazione critica e inusuale ha beneficiato di questa impostazione. Il caso Itx ha portato a rivisitare alcune procedure a livello mondiale e a rafforzare le strutture interne di ricerca anche in altri paesi.
DM: Qual è lo stato attuale del processo di trasformazione perseguito dalla strategia di sviluppo di Tetra Pak degli ultimi anni?
PN: Non ci si può proporre di proteggere la bontà senza sapere come produrla. Il processo di riorganizzazione interna è partito nel 1991 perseguendo una vision avanzata che ha portato alla creazione di valore aggiunto attraverso l’integrazione di processo lungo tutta la catena del valore. La trasformazione da cui deriva l’attuale armonizzazione di due elementi storicamente divisi – il processo produttivo e il packaging – se talvolta ha comportato scelte dolorose, rappresenta oggi il principale elemento di distintività di Tetra Pak a livello globale.
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