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Coaching: nuove frontiere per gestire il cambiamento
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Coaching: nuove frontiere per gestire il cambiamento
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Distribuzione Moderna ha incontrato Francesco Pimpinelli, partner di Performance Unlimited - società costituita nel 1991 e specializzata nell’erogazione di servizi di coaching a scala globale in numerosi comparti tra cui anche quello del largo consumo – per approfondire il metodo seguito e metterne a fuoco i principali vantaggi per le imprese.
Distribuzione Moderna: Come si può definire il coaching e il tipo di approccio adottato?
Francesco Pimpinelli: Il coaching è la formula più innovativa per lo sviluppo delle capacità manageriali e per il miglioramento delle prestazioni professionali, finalizzate al raggiungimento di risultati concreti. In azienda può venire applicato a più livelli: quello personale, focalizzato su di una figura manageriale/leader, oppure a livello di un team che opera con un obiettivo comune, o ancora a quello più ampio di un’organizzazione o gruppo.
L’approccio del coaching finalizzato alla gestione del cambiamento si distingue dalla consulenza tradizionale, solitamente più direttiva, per l’enfasi posta sulle persone – quali protagoniste del cambiamento stesso – attraverso l’espressione del loro potenziale, la motivazione e l’empowerment.
Con un’immagine metaforica, si può dire che il coach, piuttosto che offrire al suo cliente un alimento che lo “sfami” per un giorno, ad esempio un pesce, gli trasmette le competenze utili per “pescare”, cioè poterselo procurare da solo quando vuole. L’approccio al coaching richiede un passaggio, un salto di mentalità, dal ricevere direttive o soluzioni preconfezionate, al venire accompagnati nella ricerca di una soluzione praticabile, basata sulle capacità e risorse del singolo o del gruppo.
DM: Quali sono gli scenari o i momenti in cui un intervento di coaching può rappresentare per l’azienda una soluzione più efficace rispetto all’utilizzo di altri approcci?
FP: Oltre al suo utilizzo nell’ambito dei normali processi di sviluppo, il coaching risulta particolarmente indicato nei momenti di discontinuità, ad esempio quando si avvia una nuova strategia, iniziativa di business, a seguito di fusioni o acquisizioni.
In Italia sarebbe auspicabile una maggiore sensibilità e conoscenza di questo approccio, proprio per la caratteristica nostrana di essere molto orientati al “saper fare”, attitudine che spesso non è sostenuta dallo stesso grado di abilità nel perseguire una visione strategica, lo sviluppo organizzativo e, soprattutto, nel gestire efficacemente il business internazionale e le relazioni con culture diverse, elementi essenziali per competere con successo a livello globale.
Performance Unlimited ha raccolto la sfida rappresentata dal mercato italiano, un contesto che richiede un’attenzione e una capacità maggiori nel declinare localmente un modello e una metodologia testati a scala globale, adattandoli alle nostre particolari esigenze in termini di cultura manageriale e di attitudini alle relazioni e comunicazione.
DM: Quali sono i fattori critici di successo dell’approccio al coaching adottato?
FP: Gli elementi chiave su cui si basa il successo di questa metodologia sono sostanzialmente tre: l’orientamento alla definizione di obiettivi concreti, i cui risultati siano pratici e misurabili; che questi risultino allineati con la motivazione al cambiamento e le mete personali del soggetto interessato, oltre a un committment importante da parte della leadership aziendale. Quest’ultimo deve essere tale da favorire la creazione di una cultura che sia allo stesso tempo focalizzata sugli obiettivi di business e capace di sostenere l’attività di sviluppo dei singoli individui e dei team di lavoro con il coaching, in modo da raggiungere tali obiettivi più facilmente.
Un ulteriore fattore di successo e di distinzione dell’approccio adottato è la metodologia dei “Six step” messa a punto da David Ross fondatore di Performance Unlimited.
DM: Su cosa si basa e come si articola questa metodologia?
FP: L’approccio denominato “Six step to Performance Unlimited” consiste in un processo articolato in sei passaggi che vanno a costituire un ciclo:
- Il primo riguarda l’individuazione della motivazione al cambiamento e la verifica, tramite un’intervista, dell’attitudine del soggetto nei confronti del programma proposto
- Il secondo step prevede la creazione di un programma di sviluppo e la messa a punto della strategia per centrare gli obiettivi preposti
- Il terzo concerne l’approfondimento della consapevolezza di se stessi e del proprio modo di relazionarsi per determinare i temi concreti su cui lavorare
- Il quarto consiste nella vera e propria fase di cambiamento, realizzata tramite un approccio esperienziale, basato sul superamento dei limiti che impediscono il raggiungimento degli obiettivi e sullo sviluppo delle risorse personali necessarie a superarli
- Il quinto punta sull’integrazione di nuove strategie mentali – modelli di pensiero e comportamentali – trasformandole in atteggiamenti abituali
- Il sesto aiuta il raffinamento dei cambiamenti attuati e accompagna il raggiungimento degli obiettivi in modo che i risultati siano ottimali sotto ogni aspetto
Un ulteriore plus del metodo è la sua applicabilità sia in un’unica sessione, in cui si può affrontare un tema focalizzato e percorrere l’intero ciclo, sia nell’ambito di un intervento più completo, articolato in 5-6 giornate di lavoro.
Distribuzione Moderna: Come si può definire il coaching e il tipo di approccio adottato?
Francesco Pimpinelli: Il coaching è la formula più innovativa per lo sviluppo delle capacità manageriali e per il miglioramento delle prestazioni professionali, finalizzate al raggiungimento di risultati concreti. In azienda può venire applicato a più livelli: quello personale, focalizzato su di una figura manageriale/leader, oppure a livello di un team che opera con un obiettivo comune, o ancora a quello più ampio di un’organizzazione o gruppo.
L’approccio del coaching finalizzato alla gestione del cambiamento si distingue dalla consulenza tradizionale, solitamente più direttiva, per l’enfasi posta sulle persone – quali protagoniste del cambiamento stesso – attraverso l’espressione del loro potenziale, la motivazione e l’empowerment.
Con un’immagine metaforica, si può dire che il coach, piuttosto che offrire al suo cliente un alimento che lo “sfami” per un giorno, ad esempio un pesce, gli trasmette le competenze utili per “pescare”, cioè poterselo procurare da solo quando vuole. L’approccio al coaching richiede un passaggio, un salto di mentalità, dal ricevere direttive o soluzioni preconfezionate, al venire accompagnati nella ricerca di una soluzione praticabile, basata sulle capacità e risorse del singolo o del gruppo.
DM: Quali sono gli scenari o i momenti in cui un intervento di coaching può rappresentare per l’azienda una soluzione più efficace rispetto all’utilizzo di altri approcci?
FP: Oltre al suo utilizzo nell’ambito dei normali processi di sviluppo, il coaching risulta particolarmente indicato nei momenti di discontinuità, ad esempio quando si avvia una nuova strategia, iniziativa di business, a seguito di fusioni o acquisizioni.
In Italia sarebbe auspicabile una maggiore sensibilità e conoscenza di questo approccio, proprio per la caratteristica nostrana di essere molto orientati al “saper fare”, attitudine che spesso non è sostenuta dallo stesso grado di abilità nel perseguire una visione strategica, lo sviluppo organizzativo e, soprattutto, nel gestire efficacemente il business internazionale e le relazioni con culture diverse, elementi essenziali per competere con successo a livello globale.
Performance Unlimited ha raccolto la sfida rappresentata dal mercato italiano, un contesto che richiede un’attenzione e una capacità maggiori nel declinare localmente un modello e una metodologia testati a scala globale, adattandoli alle nostre particolari esigenze in termini di cultura manageriale e di attitudini alle relazioni e comunicazione.
DM: Quali sono i fattori critici di successo dell’approccio al coaching adottato?
FP: Gli elementi chiave su cui si basa il successo di questa metodologia sono sostanzialmente tre: l’orientamento alla definizione di obiettivi concreti, i cui risultati siano pratici e misurabili; che questi risultino allineati con la motivazione al cambiamento e le mete personali del soggetto interessato, oltre a un committment importante da parte della leadership aziendale. Quest’ultimo deve essere tale da favorire la creazione di una cultura che sia allo stesso tempo focalizzata sugli obiettivi di business e capace di sostenere l’attività di sviluppo dei singoli individui e dei team di lavoro con il coaching, in modo da raggiungere tali obiettivi più facilmente.
Un ulteriore fattore di successo e di distinzione dell’approccio adottato è la metodologia dei “Six step” messa a punto da David Ross fondatore di Performance Unlimited.
DM: Su cosa si basa e come si articola questa metodologia?
FP: L’approccio denominato “Six step to Performance Unlimited” consiste in un processo articolato in sei passaggi che vanno a costituire un ciclo:
- Il primo riguarda l’individuazione della motivazione al cambiamento e la verifica, tramite un’intervista, dell’attitudine del soggetto nei confronti del programma proposto
- Il secondo step prevede la creazione di un programma di sviluppo e la messa a punto della strategia per centrare gli obiettivi preposti
- Il terzo concerne l’approfondimento della consapevolezza di se stessi e del proprio modo di relazionarsi per determinare i temi concreti su cui lavorare
- Il quarto consiste nella vera e propria fase di cambiamento, realizzata tramite un approccio esperienziale, basato sul superamento dei limiti che impediscono il raggiungimento degli obiettivi e sullo sviluppo delle risorse personali necessarie a superarli
- Il quinto punta sull’integrazione di nuove strategie mentali – modelli di pensiero e comportamentali – trasformandole in atteggiamenti abituali
- Il sesto aiuta il raffinamento dei cambiamenti attuati e accompagna il raggiungimento degli obiettivi in modo che i risultati siano ottimali sotto ogni aspetto
Un ulteriore plus del metodo è la sua applicabilità sia in un’unica sessione, in cui si può affrontare un tema focalizzato e percorrere l’intero ciclo, sia nell’ambito di un intervento più completo, articolato in 5-6 giornate di lavoro.
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