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Oleificio Zucchi ne ha per tutti i gusti

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Oleificio Zucchi ne ha per tutti i gusti

Oleificio Zucchi ne ha per tutti i gusti

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Maria Teresa Giannini

Di Maria Teresa Giannini

Non si arresta la crescita di Oleificio Zucchi, l’azienda olearia italiana fondata nel 1810, con sede a Cremona, che figura tra le principali del settore a livello internazionale.

Zucchi, che produce e distribuisce oli da olive e da semi a marchio proprio, per la Mdd e per l’industria alimentare, vanta oggi un fatturato di 362 milioni di euro, suddiviso in proporzioni quasi identiche tra le due aree di business, sfuso e confezionato. L’azienda lombarda offre una pluralità di marchi, tra cui Zucchi, Orfeo (olio d’oliva), Zeta (olio di semi), Pallade e Le Pleiadi (forti sul mercato estero). Zucchi ha dalla sua, pur in tempi di forti rincari, la capacità di fidelizzare i clienti con un assortimento vario e di qualità, la voglia di fare dell’olio un prodotto che non sia solo una commodity e il desiderio di offrire ai consumatori qualcosa di innovativo anche per il momento principe degli “sfizi”: il fritto. Ne abbiamo parlato con Alessia Zucchi, amministratrice delegata di Oleificio Zucchi.

Come definirebbe il 2023, anche rispetto all’anno precedente?
Abbiamo chiuso il 2023 con un fatturato pienamente in crescita, precisamente del 37% rispetto al 2022. Oggi siamo un player importante sul mercato italiano e un riferimento affidabile per la Gdo e l’out of home, con una quota di export significativa e in aumento – più del 30% del fatturato del prodotto confezionato.

Sull’olio si fa un gran parlare della completa tracciabilità e anche Zucchi non fa eccezione, anche perché per Legge dal 2009 i produttori di olio vergine e di evo sono obbligati a indicare l’origine delle olive: le vostre da dove vengono?
Le olive usate nei nostri oli provengono da vari paesi del bacino del Mediterraneo e non, tra cui Spagna, Portogallo, Grecia, Tunisia e ovviamente Italia. L’origine è sempre esplicitata, in linea con le normative e con specifiche più dettagliate ove richiesto dal mercato, dal cliente o da un prodotto specifico, in modo trasparente su tutti i nostri prodotti. In Zucchi però non ci limitiamo a rispettare gli obblighi di legge, ma andiamo oltre. Sulla gamma dei nostri 100% sostenibili abbiamo fatto un investimento importante nella digitalizzazione, sviluppando il progetto “Filiera 4.0”, avviato nel 2016, che valorizza la tracciabilità dell'origine e la sostenibilità a 360°: grazie a un portale dedicato, raccogliamo di una vasta quantità di dati su tutte le fasi della filiera, e la successiva verifica del rispetto dei requisiti richiesti per la certificazione. Questo strumento è diventato essenziale per gestire le nostre diverse filiere olearie, garantendo trasparenza nella comunicazione con i consumatori finali tramite Qr code sull’etichetta.

Attualmente un buon olio evo costa fra gli 8 e i 13 euro al litro, senza contare che il prezzo al consumo sale nel caso di bottiglie di formati più piccoli (come i 300 ml premium). Il prezzo, già alto negli ultimi anni, è aumentato a dismisura per motivi geopolitici (macro) e nostrani (micro): come fa un prodotto di marca, come l’olio Zucchi, ad attrarre ancora le varie fasce di clienti, visti i prezzi “respingenti” di questo alimento?
Indubbiamente l’aumento dei prezzi c’è stato ed è stato causato soprattutto degli eventi climatici che hanno fortemente impattato sulla quantità di materia prima disponibile nei principali paesi produttori, determinando squilibrio tra domanda e offerta con una conseguenziale impennata dei prezzi alla fonte. Tuttavia il consumatore riconosce il giusto rapporto qualità/prezzo, come dimostrano i dati di mercato Italia di quest’anno. Il 100% Italiano nel 2023 ha registrato, rispetto al 2022, un aumento a volume del 3,6% a totale food (I+S+SS+D) rispetto a un totale mercato Evo che cala a volume del -9,4%, percentuale che sale a +5% se consideriamo solo la DM (-8,2% totale Evo): un andamento dunque in controtendenza rispetto all’andamento del mercato evo in generale. In questo scenario Zucchi, per attrarre e mantenere la clientela, punta su diversi aspetti chiave: la qualità del prodotto, la tracciabilità e la trasparenza della filiera, l'impegno verso pratiche sostenibili e l'innovazione continua nei processi produttivi.

Quale la vostra quota di mercato in Gdo?
La quota di mercato a volume del marchio Zucchi è: Semi 3,3%, Oliva 1,2%. Se invece ci riferiamo a Oleificio Zucchi “produttore” (marchio Zucchi e altri marchi di proprietà Zucchi), la quota di mercato è Semi 3,7%, Oliva 1,2% (la percentuale risulta la stessa di Zucchi, perché la quasi totalità di venduto è a marchio Zucchi). (Fonte: Nielsen IQ – Totale IT Food YTD aprile 2024).

Com’è la situazione con l’Ho.re.ca, che storicamente rappresenta per Zucchi un canale molto importante?
Lo scorso anno abbiamo lanciato “Fritturista”, un prodotto tecnico per fritture molto apprezzato dagli Chef per le performance nettamente superiori rispetto a quelle del normale olio di girasole altoleico. Più in generale l’attività di distribuzione ed acquisizione di nuovi clienti sul canale prosegue incessante, stiamo affrontando nuove aree geografiche sia in Italia, sia all’estero e la risposta è ampiamente positiva. Molti progetti vedranno la luce nel corso del prossimo anno e questo pone le basi per una crescita decisa anche per il prossimo biennio.

Come sono stati il 2023 e il primo trimestre 2024 dal punto di vista dell’export?
L’export – dopo lo stallo del primo semestre 2023 – è tornato a crescere ed oggi fa registrare numeri in aumento a doppia cifra in tutti i Paesi che serviamo. Per il biennio ‘24-‘25 abbiamo un ambizioso progetto di espansione e di ampliamento della struttura interna così da seguire con puntualità e capillarità questo importante canale e garantirci un’espansione costante del business.

Quali iniziative avete messo in campo nell’ultimo anno, o negli ultimi due anni, a proposito di sostenibilità ambientale?
Siamo convinti che la sostenibilità possa valorizzare l’Evo in modo significativo e crediamo che senza un impegno etico e un utilizzo corretto delle risorse non ci sia futuro per l'olio extravergine d’oliva Italiano. Nel maggio 2023, abbiamo consegnato al Masaf le “Linee Guida per la valutazione e la comunicazione della sostenibilità degli oli da olive italiani”, frutto di un lavoro durato tre anni. Il documento mette a disposizione di tutti gli stakeholder della filiera olivicola-olearia uno strumento utile a qualificare la sostenibilità dell’olio di oliva italiano nei vari ambiti in cui si articola: ambientale, sociale ed economico, ma anche nutrizionale e merceologico. Si tratta di un lavoro coordinato da una rete di Atenei con il contributo di un Comitato Scientifico costituito da docenti universitari ed esperti. Infine, nel 2024, il nostro olio Evo 100% Italiano Sostenibile è stato il primo prodotto agroalimentare ad ottenere il sigillo del “Made Green in Italy” dal Ministero dell’ambiente e della Sicurezza Energetica.

In cosa consiste la novità di prodotto che avete lanciato quest’anno? Cosa vi aspettate dalla seconda parte del 2024 e dal 2025?
A marzo 2024 abbiamo lanciato “Fritto Libero!” la nostra ultima innovazione per il retail: un olio di girasole altoleico con antiossidanti naturali, che riduce l’odore di frittura del 50% e resiste alle alte temperature. Nella Gdo siamo in fase espansiva con il lancio del nuovo prodotto, che sosterremo con campagne pubblicitarie, eventi ad hoc (come la Sagra del Pesce di Camogli e la Festa del Pescato di Paranza di Castellabate) e attività in store. Siamo sempre disponibili a elaborare progetti di category management con la Gdo e cerchiamo sempre una visione condivisa sulla strategia di gestione dei prodotti.

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