L’azienda dolciaria, localizzata a Castagnole delle Lanze, a pochi chilometri dal capoluogo astigiano e nata nel 1973 dall’intuizione di realizzare gelatine di frutta secondo un metodo artigianale, è riuscita a conquistare nel tempo una posizione di primo piano nel mercato italiano grazie a Le Bonelle Gelées.
Oggi, nonostante la crisi economica e il calo dei consumi registrato nel comparto caramelle, l’azienda continua a puntare sullo sviluppo di nuovi prodotti
e persegue l’ambizioso obiettivo di raddoppiare, entro il 2014, le proprie vendite all'estero. Ne abbiamo parlato con il presidente Eugenio Pinci.

Nell'attuale contesto economico e di consumi, quali sono le maggiori aree di criticità e di opportunità che state incontrando?
La crisi economica, che va ormai avanti da alcuni anni, ha mostrato i suoi effetti anche in mercati storicamente considerati anticiclici (confectionary) che evidentemente non si dimostrano più tali sotto la morsa di una crisi ben consolidata. In seguito al calo dei consumi registrato nel totale mercato caramelle
Italiano, e alla sofferenza in particolare dei prodotti d'impulso sul canale tradizionale (Ingrosso),  stiamo intensificando il nostro sforzo rivolto alle vendite all'estero.

Come si chiuderà il 2012 per Fida in termini di vendite (fatturato) e di marginalità?
Le vendite a valore dovrebbero crescere tra il 3% e il 4% vs AP  grazie in particolare all'apporto delle vendite all'estero. Proiettiamo una marginalità quasi in linea con l'AP.
 
Quali sono le leve di marketing su cui state agendo maggiormente?
Nonostante le difficoltà del mercato (calo dei consumi da una parte e continue tensioni sul versante costi delle materie prime) stiamo continuando a puntare sullo sviluppo di nuovi prodotti: a Marzo 2012 sono state lanciate Le Bonelle Gelées ai Frutti di bosco. Allo stesso tempo stiamo ponendo molta attenzione al miglioramento della distribuzione, sia attraverso l'aspetto quantitativo (acquisizione di nuovi clienti) che attraverso il miglioramento qualitativo della nostra presenza nei clienti.
 
Parliamo di prodotto. Un paio d'anni fa avete lanciato delle novità. Quanto è difficile l'innovazione e la differenziazione produttiva nel vostro settore e voi come vi state muovendo su questo fronte?
Parlare d'innovazione in un mercato maturo come quello delle caramelle è molto difficile, è più corretto parlare di novità che vanno a movimentare l'offerta sul mercato. Sviluppare nuovi prodotti ha un costo non indifferente sia in fase di sviluppo che in fase di supporto/distribuzione, ciononostante lo riteniamo un investimento molto importante che rientra negli "obblighi" di un'azienda di marca.
 
L'export quanto pesa per la vostra azienda e che ambizioni avete in questo ambito?
Lo scorso anno l'export pesava circa l'8% delle nostre vendite, troppo poco. Il nostro obiettivo ambizioso è di raddoppiare, entro il 2014, le nostre vendite all'estero.

Prodotti a marchio: sì, no, perché. Qual è il vostro punto di vista al riguardo?
Stiamo sempre stati un'azienda di marca e crediamo fortemente che anche per il futuro la strada sia quella di concentrarsi sui nostri marchi e sulla nostra produzione.
 
Con l'applicazione dell'articolo 62 cosa è cambiato per voi?

L'imminente applicazione dell'articolo 62 per ora sta "semplicemente" comportando un grande aggravio di lavoro: basti pensare alla fase di reperimento delle informazioni (partecipazioni a convegni iniziati già nel mese di Gennaio 2012), comunicazioni ai clienti/fornitori e informazione ai colleghi ed agenti , discussione con i clienti/fornitori stessi, adeguamento amministrativo sulla base di quanto disposto (disclaimer in fattura, indicazione in fattura del numero di contratto quadro, ecc).