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La ricetta di Federdistribuzione per ridare fiducia al consumatore

La ricetta di Federdistribuzione 
per ridare fiducia al consumatore
La ricetta di Federdistribuzione per ridare fiducia al consumatore

La ricetta di Federdistribuzione per ridare fiducia al consumatore

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Redazione
Federdistribuzione si articola in dieci associazioni nazionali che rappresentano un universo di imprese multicanali che si differenziano per dimensioni, forme distributive e merceologie trattate. Le aziende aderenti a Federdistribuzione detengono una quota del 71,5%nel mercato distributivo italiano a fronte di una rete di vendita di 18.700 punti e di circa 320.000 addetti.

Distribuzione Moderna: Qual è il punto di vista di Federdistribuzione riguardo i più recenti segnali di ripresa dei consumi?

Paolo Barberini: “Ridare fiducia nel futuro al consumatore, sulla propria condizione sociale, economica e sullo sviluppo del Paese: solo così si potranno trasformare i deboli segnali di ripresa degli ultimi mesi in una crescita continua e stabile dell’economia italiana. Se il cittadino italiano riuscirà a vedere un serio progetto di rilancio del Paese ritroverà la sua naturale propensione a spendere, attivando quella straordinaria leva di crescita di una comunità che è rappresentata dal mondo dei consumi. E una crescita sostenuta dai consumi è vitale non solo per le imprese del commercio ma anche per il Paese intero: se il settore del commercio è stimolato allora può continuare a fare investimenti, incrementare la sua capacità di assorbimento di forza lavoro e creare ricchezza per tutti”.

DM: Come andrebbe impostata una politica di interventi strutturali che ridia fiducia ai consumatori e sostenga la leva dei consumi delle famiglie?

PB: Vedo alcune indicazioni importanti, in primo luogo una seria politica di incentivazione della concorrenza nei mercati, che coinvolga tutti i settori nevralgici per lo sviluppo del Paese e che possa generare un vero calmieramento di prezzi e tariffe. E’ necessario liberare il mondo produttivo, commerciale e dei servizi dall’insieme di interessi corporativi che frenano il processo di ammodernamento così faticosamente avviato.

DM: Attraverso quale percorso pensa sia possibile ottenere un risultato così ambizioso?

PB: La strada, complicata e faticosa, è quella della concertazione e condivisione tra le parti coinvolte, per identificare un percorso virtuoso che induca cambiamenti profondi riducendo per quanto possibile gli impatti sociali del cambiamento, per valutare le priorità e le modalità di intervento e per riuscire a portare a termine tutte le iniziative avviate.

DM: Più concretamente come proporrebbe di intervenire?

PB: Aprendo i mercati a nuovi operatori e affrontando quei settori che ancora gonfiano i costi dei budget familiari e delle imprese: energia, banche, assicurazioni, servizi pubblici. Propongo di proseguire negli interventi sul costo del lavoro, salvaguardando forme di flessibilità che consentano un’organizzazione ottimale del servizio al consumatore, di stimolare il lavoro stesso inserendo un nuovo concetto di produttività, a partire dal prossimo rinnovo del contratto di settore e di combattere l’evasione fiscale.

DM: Potrebbe illustrare il suo punto di vista riguardo il tema del sistema fiscale?

PB: In un quadro di interventi di ampio respiro a sostegno dei consumi, può essere giocata anche la leva fiscale, che dovrebbe prevedere una riduzione strutturale delle aliquote. Nel 2006 si è registrato un forte incremento nelle entrate: se questo fenomeno si rivelasse continuo nel tempo e se il rispetto degli impegni europei sulla finanza pubblica venisse garantito, l’intervento sulle aliquote darebbe un forte messaggio ai cittadini nel segno di una positiva prospettiva sul futuro.

DM: Qual è il punto di vista di Federdistribuzione in merito all’assetto attuale della legislazione commerciale?

PB: Bisogna intervenire sul rapporto tra Stato e Regioni: è un rapporto che deve funzionare per la stessa governabilità del Paese, che deve dar luogo ad un federalismo che sia portatore di sviluppo e di ammodernamento piuttosto che, come spesso accade su molti temi che riguardano il commercio, alla creazione di “20 Italie” diverse. Infine mi pare necessario impegnarsi su due grandi temi: sicurezza e legalità quali condizioni indispensabili per competere in modo trasparente e fare sì che l’intero settore terziario produca tutta la ricchezza che può mettere a disposizione del Paese.
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