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Il Provolone Valpadana Dop punta sulla comunicazione

Il Provolone Valpadana Dop
punta sulla comunicazione
Il Provolone Valpadana Dop punta sulla comunicazione

Il Provolone Valpadana Dop punta sulla comunicazione

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Redazione
Una produzione che raggiunge quasi i 100. 00 quintali (in diminuzione sul 2005), per un giro d’affari superiore ai 40 milioni di euro. Sono questi i numeri che genera il Provolone Valpadana, formaggio tipico che ha ottenuto la Dop nel 1996. DM – Distribuzione Moderna ha incontrato Libero Stradiotti, presidente del Consorzio Tutela Provolone Valpadana, associazione costituita attualmente da tredici aziende casearie.

Quali sono le attività su cui vi state maggiormente concentrando a livello di Consorzio?
Sono tre, ma di fatto ruotano soprattutto intorno alla comunicazione.

Si spieghi meglio.
Come Consorzio, naturalmente, ci stiamo muovendo su diversi fronti: da quello che mira a una maggiore valorizzazione del prodotto sul mercato nazionale, all’aumento delle vendite all’estero; dagli investimenti nell’area della ricerca e sviluppo alle attività di carattere pubblicitario. La comunicazione, tuttavia, intesa in senso lato, rappresenta una sorta di fattore critico di successo per ottenere significativi risultati in molte di queste aree.

Fa riferimento soprattutto allo sviluppo delle esportazioni?
Non solo. Il nostro formaggio soffre ancora di un’immagine che necessita di essere svecchiata. Specie in Italia. Nel nostro paese abbiamo avviato già da tempo una serie di iniziative specifiche di comunicazione, mirate soprattutto ai giovani.

Ci può fare qualche esempio?
Ve ne sono di numerosi, tutti finalizzati a dare un’immagine più giovane e moderna del Provolone Valpadana, suggerendo in alcuni casi alternative di consumo. Lo scorso anno, in tal senso, si è proceduto a un consistente investimento (alcune centinaia di migliaia di euro NdR) effettuato in collaborazione con la catena di ristorazione autostradale Autogrill. L’operazione consisteva in un forte battage pubblicitario che promuoveva un particolare panino, il cui ingrediente base era appunto il Provolone Valpadana DOP. Un’operazione che ci ha dato interessanti risultati e che ripeteremo quest’anno.

Fate anche qualcosa di più tradizionalmente pubblicitario?
Abbiamo dato vita ad alcune sponsorizzazioni, come nel caso del Future Film Festival, con la premiazione di un cortometraggio, e di un concorso volto a premiare il migliore spot radiofonico nell’ambito di una campagna pubblicitaria che sarà operativo a breve. Più orientati all’informazione e alla formazione sono invece gli interventi che da qualche anno abbiamo avviato nelle scuole. Si tratta di iniziative formative itineranti che si traducono in veri e propri corsi di educazione e sicurezza alimentare, nonché nella realizzazione di piccoli laboratori di produzione casearia. Per ultimo vanno citate le iniziative delle singole aziende associate al Consorzio. Queste, negli ultimi tempi, si sono particolarmente concentrate in una serie di attività finalizzate a favorire la vendita del Provolone Valpadana DOP sia quale ingrediente di proposte di IV gamma che in una veste commerciale innovativa (impanatura, a dadini ecc.).

E per quanto riguarda invece l’export?
Attualmente a prendere la strada dell’export, soprattutto quella degli Stati Uniti d’America e, più recentemente, della vicina Spagna, dove si apprezza molto la varietà dolce o semipiccante, è il 5% della nostra produzione. Importanti paesi di sbocco sono costituiti anche da Canada, Francia, Svizzera e Australia. Il nostro obiettivo è di aumentare già da quest’anno la quota export di uno o due punti percentuali. Le difficoltà riguardano sempre gli investimenti, molto onerosi. Ma qualcosa, a livello di aggregazione di risorse, si sta muovendo. Tanto per cominciare proseguiremo la collaborazione con Autogrill. Da ottobre 2007 a gennaio del prossimo anno parteciperemo infatti a una promozione organizzata dalla filiale francese della società di ristorazione che coinvolgerà anche altri formaggi italiani. Daremo il via inoltre ad alcune attività promozionali in Spagna, unitamente al Consorzio del Parmigiano Reggiano. In qualità di membri di (Afidop) Associazione dei Consorzi Formaggi DOP, infine, stiamo progettando azioni in paesi extracomunitari.

Sul piano nazionale cosa state facendo?
Nel mercato interno il problema maggiore riguarda la corretta valorizzazione del prodotto, un problema accentuato da una sovrapproduzione di latte che non aiuta certo il mercato. Le catene della distribuzione moderna, a onore del vero, sono particolarmente sensibili alla denominazione, in quanto garanzia di un prodotto non solo tradizionale, ma anche caratterizzato da elevati standard di qualità, così come imposto dal disciplinare di produzione del Consorzio. Ma non tutti i canali la pensano così, a cominciare dal canale horeca. Il pur  basso differenziale di prezzo tra prodotto marchiato e provolone generico (poche decine di centesimi al kg NdR) rappresenta un grosso freno allo sviluppo del prodotto DOP. Molte aziende casearie si domandano quanto valga la pena investire nella qualità e nella tracciabilità a fronte di costi che non vengono adeguatamente riconosciuti e valorizzati dal mercato in termini di prezzi. E qui torniamo alla necessità di fare comunicazione e di informare cosa ci sta dietro alla produzione di Provolone Valpadana DOP.

Quali sono le attività del Consorzio, a parte i controlli di routine, finalizzate al miglioramento della qualità del prodotto?
Una parte consistente del bugdet di cui il Consorzio dispone è destinato proprio all’area della ricerca e sviluppo. La nostra attenzione, in particolare, si concentra sulla normalizzazione degli standard qualitativi, inevitabilmente più critici nel comparto caseario rispetto ad altri settori produttivi.
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