Attiva dal 1915, Donelli Vini ha una lunga storia alle spalle ma si conferma un’azienda dinamica e moderna, costantemente impegnata a migliorare l’efficienza dei processi e ad arricchire la propria offerta. Sarà per questi motivi che gli effetti della crisi non si sono fatti sentire: con una produzione annua di 25 milioni di bottiglie è oggi una delle più importanti case vitivinicole italiane e il suo core business, il Lambrusco, è ancora il vino più conosciuto in Italia e all’estero. La Redazione di DM ha chiesto all’export manager Giovanni Giacobazzi quali sono i fattori critici di successo e le strategie messe in atto per affrontare l’anno in corso.

Come descriverebbe l’attuale momento per il mercato del vino? E considerando l’attuale congiuntura economica, qual è la vostra “filosofia anticrisi”?
Secondo la ricerca curata da Iri-Infoscan sulle vendite di vino in gdo, presentata al recente Vinitaly, nonostante un calo del 5,2% delle vendite a volume, il Lambrusco si è confermato il vino a denominazione d’origine più venduto in Italia. A valore, invece, con un incremento dell’1,5% rispetto al 2007, ha conquistato la piazza d’onore dietro il Chianti. Complessivamente anche il nostro segmento di riferimento - quello dei vini rossi frizzanti caratterizzati da un elevato rapporto qualità-prezzo - non è stato al momento penalizzato dalla crisi. La nostra parola chiave è, o meglio rimane, qualità: un concetto che va inteso a 360 gradi partendo dal prodotto, che deve essere eccellente soprattutto ora che è in atto una razionalizzazione degli acquisti. Per questo gestiamo tutta la filiera dalla vigna all’imbottigliamento, coniugando tradizione vinicola e innovazione grazie a strumenti e tecnologie all’avanguardia. Ma la qualità è propria anche dell’organizzazione aziendale: siamo costantemente impegnati a migliorare l’efficienza dei processi e i nostri sforzi sono stati premiati, come testimoniano le certificazioni Standard Brc Higher Level Certificate, Standard Ifs Higher Level Certificate, Uni En Iso 9001:2000 e Haccp Health and Hygiene Control Certified. Il traguardo ultimo è rappresentato dall’ottimizzazione dei costi di produzione: clienti e consumatori finali devono poter avere sulla tavola prodotti di qualità a un prezzo equo.

Quali sono le più recenti novità di prodotto? E quali le principali azioni di comunicazione e promozione?

Per presidiare meglio il mondo della ristorazione e delle enoteche, al Vinitaly abbiamo presentato la linea Scaglietti: sei etichette - Lambrusco Reggiano Doc secco e amabile, Lambrusco di Sorbara Doc, Prosecco Spumante, Pinot Chardonnay e Rosé - in bottiglia disegnata in esclusiva da Sergio Scaglietti, il designer della Ferrari. Il primo feedback degli operatori è stato positivo: il Lambrusco di Sorbara Doc in bottiglia Scaglietti, annata 2007, ha conquistato l’Etichetta d’Oro nella categoria vini frizzanti Doc e Igp all’International Packaging Competition. Siamo inoltre molto attenti alla comunicazione e curiamo molto la nostra immagine, visto che il Lambrusco deve ancora confrontarsi con una fama non all’altezza del suo reale valore e delle sue qualità organolettiche. Va in questa direzione la nuova brand image con il logo 3D che rimanda al vino che gira nel bicchiere. Crediamo molto anche nelle partnership e siamo sponsor di alcune iniziative culturali, come la kermesse estiva Oltre i Giardini di Modena, e sportive. Per esempio da anni siamo fornitori ufficiali di vino e aceto balsamico della Scuderia Ferrari Marlboro. Siamo inoltre molto attenti alle pubbliche relazioni: incontrare buyer e altri stakeholder è un modo per testimoniare la vicinanza di Donelli Vini, che non si limita a vendere un prodotto ma offre anche un elevato contenuto di servizio.

Dunque come riassumerebbe gli obiettivi dell’azienda per il 2009?

Non soltanto per Donelli Vini ma per tutto il mondo vinicolo il 2009 sarà un anno di transizione: l’obiettivo primario è dunque quello di consolidare la nostra posizione, puntando su qualità ed efficienza, così da essere pronti nel momento in cui la crisi potrà dirsi conclusa e ripartirà la domanda. I nostri sforzi continueranno a concentrarsi sulla grande distribuzione, che oggi rappresenta l’85% del fatturato. Ma come testimonia il lancio della linea Scaglietti non intendiamo tralasciare il mondo della ristorazione: la crescita in questo canale dovrà essere graduale e costante e, soprattutto, dovrà essere accompagnata dalla valorizzazione dell’immagine del Lambrusco. Sarà poi importante internazionalizzare ulteriormente l’azienda, individuando mercati attrattivi: il nostro vanto è quello di aver contribuito in modo determinante a fare del Lambrusco il vino italiano più conosciuto e venduto all’estero. Con una quota export pari al 65% del nostro fatturato, operiamo in una quarantina di Paesi in tutto il mondo, dal Brasile al Giappone, dagli Stati Uniti all’Australia, dalla Spagna alla Cina, passando per Regno Unito, Germania e Russia.