Giovanni Zucchi: l'estero è il driver della ripresa
Giovanni Zucchi: l'estero è il driver della ripresa
- Information
Oleificio Zucchi, realtà italiana presente da due secoli nel settore oleario, specialista nella fornitura di marche private e nella produzione di oli di oliva e di semi a marchio proprio, persegue dallo scorso anno come obiettivo principale quello di incrementare la quantità di prodotto destinato all’estero.
L’amministratore delegato Giovanni Zucchi ci racconta il progetto di lancio del nuovo marchio, profondamente rinnovato nel logo, nelle soluzioni di packaging e negli assortimenti dedicati ai canali GDO e Ho.Re.Ca e quali sono le strategie che l’azienda intende portare avanti nel futuro.
Partiamo da un quadro generale del comparto italiano dell’olio e del suo andamento rispetto ai mercati esteri.
Dopo un 2013 in flessione, in cui il mercato nazionale dell’oliva ha dovuto affrontare la contrazione della domanda sia interna che estera, già sul finire dell’anno e nei primi mesi del 2014 abbiamo riscontrato dei chiari segni di ripresa. Secondo i dati ASSITOL presentati a giugno, infatti, nel periodo fra novembre 2013 e aprile 2014 il settore ha registrato una crescita a due cifre degli oli extra vergini di oliva, dovuta principalmente alle marche italiane. Il dato positivo si conferma anche per le esportazioni, con una discreta ripresa nei primi mesi dell’anno, rafforzatasi in aprile.
Nonostante il calo dello scorso anno, comunque, nel 2013 abbiamo mantenuto la leadership mondiale nell’olio confezionato, anche se le nostre imprese soffrono sempre più nella competizione internazionale con Paesi che possono contare su sistemi nazionali impegnati a valorizzare l’intero comparto, come la Spagna, concorrente storico dell’industria italiana, ma anche i Paesi emergenti, fra cui il Nord Africa, l’Australia e gli Stati Uniti.
A quanto ammonta attualmente la quota export di Oleificio Zucchi?
Ad oggi l’export pesa circa 20 milioni di euro ed è un dato in crescita, con un trend positivo che abbiamo riscontrato negli ultimi anni. Oleificio Zucchi presidiava già l’estero con suoi marchi e con prodotti a marchio privato per clienti esteri, tuttavia dall’anno scorso e per il futuro, ci siamo posti obiettivi sfidanti per accrescere il business nei Paesi stranieri.
Nel corso del 2013 avete intrapreso un importante processo di internazionalizzazione. Quali investimenti concreti sono stati realizzati a questo proposito (risorse umane, studi per nuovi prodotti o pack etc...)?
Per sostenere la nostra crescita all’estero ci siamo impegnati affondo per sviluppare il progetto Zucchi: abbiamo commissionato una ricerca al dott. Finzi (Astraricerche) per valutare il posizionamento dell’olio di oliva e le abitudini di consumo in 6 Paesi del mondo ampiamente rappresentativi, abbiamo sviluppato un nuovo logo e una veste grafica innovativa, con un pack system pensato per i mercati globali, e abbiamo definito una gamma molto profonda e differenziata in grado di offrire prodotti diversi al canale della distribuzione organizzata e all’Horeca, con referenze e formati che si adattano a tutte le esigenze di prezzo e posizionamento. Ne sono un esempio gli oli aromatizzati con spezie e aromi, condimenti versatili, che danno un tocco gourmet ai piatti.
Parliamo del nuovo progetto a marchio Zucchi, completamente rinnovato nelle grafiche e negli assortimenti...
Si tratta di un lancio sul quale abbiamo investito molte energie e che si trova al centro della nostra strategia di sviluppo, improntata sull’ampliamento del settore oliva e sullo sviluppo dell’Export. Le nostre nuove gamme Zucchi si compongono di numerose referenze del mondo oliva italiano e di origine comunitaria, come il 100% italiano biologico, il 100% italiano o il Dolce Fruttato, ma anche di nuovi prodotti nel settore semi, anche biologici, di aceti e dei condimenti speciali. Oltre alle gamme, abbiamo provveduto a un completo restyling del logo e del packaging, traducendo in termini grafici il nuovo posizionamento del brand e il concept “i profumi dell’ulivo”. In questo modo abbiamo voluto dare un segno forte di cambiamento, di evoluzione e di slancio verso il futuro.
A proposito della divisione in cluster, a ognuno dei quali è stato assegnato un senior export manager, su quale base sono state suddivise le aree geografiche e perché?
Durante il 2013 e nel 2014 la struttura vendite è stata ampliata con l’inserimento di professionisti con ruoli e competenze differenti. Oltre al Direttore Commerciale, sono stati inseriti cinque Area Manager, per sviluppare e consolidare la presenza di Oleificio Zucchi sui mercati esteri. Ad ogni Export Manager sono stati affidati dei cluster geografici secondo criteri di affinità culturali e linguistiche sia tra Export Manager e area designata, sia tra i paesi all’interno dei cluster, che sono cinque: Italia, Europa, Paesi anglosassoni, Centro e Sud America, Medioriente e Africa, Cina e Fareast.
All’estero lavorate solo con il marchio proprio o fate anche produzione conto terzi?
Abbiamo sempre lavorato su entrambi i fronti. Per quanto riguarda l’offerta con il nostro marchio, oltre al marchio proprio Zucchi, siamo presenti anche con altri brand, in modo da soddisfare le diverse esigenze di posizionamento e di prezzo dei nostri clienti, anche a seconda dei cluster geografici.
Nella produzione conto terzi offriamo prodotti a marchio delle primarie catene distributive nazionali ed estere, con un servizio a 360° in grado di garantire flessibilità, personalizzazione, sviluppo di packaging con materiali innovativi e a ridotto impatto ambientale, rapidità e consulenza sull’acquisto delle materie prime.
Avete siglato accordi con catene internazionali (WalMart, Tesco, Metro..)?
Tra le varie aziende con cui facciamo copacker vi sono grandi retailer in Europa del Nord, ad esempio con una catena che è uno tra i principali operatori in Svezia, Danimarca e Norvegia nella rivendita al dettaglio di prodotti agroalimentari. A livello europeo, siamo fornitori anche di catene di distribuzione in Polonia. Collaboriamo anche con strutture simili in Estremo Oriente e negli Stati Uniti.
A livello di comunicazione all’estero come vi muovete? Che tipo di comunicazione utilizzate per raggiungere il consumatore e su quali canali?
La comunicazione all’estero è sicuramente un aspetto che dobbiamo ancora implementare in modo strutturato. Al momento forniamo ai nostri distributori supporti grafici ed espositori che possano dare visibilità ai nostri prodotti nei punti vendita. Lavoriamo anche con i distributori alla creazione di pagine pubblicitarie e redazionali da inserire nelle pubblicazioni edite dalle catene o in riviste divulgative rivolte ai loro clienti. Nel corso dell’anno parteciperemo a nove fiere alimentari, nelle più importanti con grandi stand a isola. Inoltre, a seconda delle esposizioni, abbiamo partecipato e parteciperemo (al Sial a Parigi ad esempio) a concorsi che premiano le innovazioni di prodotto.
L’azienda ultimamente ha preso parte a numerose fiere internazionali per promuovere le nuove gamme di prodotto. Quali sono state le prime reazioni dei mercati esteri?
Come anticipato, abbiamo investito molto nella presenza alle fiere di settore, sia a livello internazionale che nazionale, tra cui Marca, Gulfood, Food&Hotel Asia, Cibus, PLMA, SIAL Brasile, Summer Fancy Food Show, SIAL Parigi e Foodex Saudi Arabia. Siamo convinti che la presenza in fiera sia importante sia in termini di contatti sia di relazioni con gli stakeholder, che riteniamo strategici per il nostro business e per potenziare la nostra presenza nei mercati di riferimento. Grazie a questi eventi abbiamo avuto l’opportunità di dare visibilità al marchio in diversi mercati, che hanno reagito in modo abbastanza positivo, dimostrando interesse soprattutto per la nostra offerta molto ampia. Nei prossimi mesi capiremo meglio se questi contatti potranno trasformarsi in nuovi rapporti commerciali.
Ti è piaciuto l'articolo?
Iscriviti alla newsletter e non perderti gli altri aggiornamenti.