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Ferrarelle guarda all’estero

Ferrarelle guarda all’estero
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Ferrarelle guarda all’estero

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Fabio Massi
Il portafoglio prodotti attualmente posseduto da Ferrarelle Spa è stato ceduto alla LGR Holding della famiglia Pontecorvo Ricciardi nel 2005 dalla Danone che li controllava attraverso Italaquae. Fino al 1996 i Pontecorvo Ricciardi avevano prodotto bottiglie di vetro mediante Avir, numero uno in Italia dove controllava il 50% del mercato.

Dal vetro alle acque minerali: un passaggio non proprio automatico, ma comunque tra settori attinenti...
Dal contenitore al contenuto. Avere a che fare con le acque minerali è tutta un’altra cosa, le marginalità sono minime per chi imbottiglia, ma il fascino di lavorare con dei marchi italiani così storici non ha prezzo. Bisogna lavorare su grandi numeri per ottenere profitti ragionevoli. Noi imbottigliamo ogni anno circa 850 milioni di litri di acque minerali. Basta pensare che la bottiglia più venduta, la mezzo litro di plastica, che viene acquistata dal grossista a 6 centesimi circa, al bar la si paga mediamente un euro e oltre.

Che possibilità ci sono di sviluppo dei consumi di acqua minerale in Italia?
Siamo prossimi ai 200 litri pro-capite, ai vertici mondiali grazie all’abbondanza della materia prima che altrove ci invidiano. Il mercato italiano è decisamente saturo. Ritengo che le industrie imbottigliatrici possano crescere sviluppando l’export e le acquisizioni.

E pensa che le esportazioni possano crescere a un buon ritmo?
Siamo fiduciosi. All’estero all’acqua minerale italiana, come del resto al nostro stile alimentare in genere, viene riconosciuta la sua alta qualità; inoltre l’appeal dei nostri brand fa si che questi diventino dei veri e propri status symbol. Ci sono paesi dove ancora l’acqua minerale si consuma solo in occasioni particolari, ma osserviamo un graduale aumento della richiesta. Oggi Ferrarelle, accompagnata dalla piatta Natìa, è esportata in oltre 40 paesi nel mondo, il nostro focus sono soprattutto UK e USA, posizionandosi nel segmento del “fuori casa” ed in particolare nei “delicatessen”, top hotel e restaurants, aspirando ad essere presente in pochi e selezionati punti di consumo per mantenere alta la percezione del brand.

Diceva della “minerale” imbottigliata come sgorga alla sorgente. Che ne pensa delle polemiche ricorrenti che la mettono in conflitto con l’acqua di rubinetto?
La nostra posizione su queste polemiche è che generino solo confusione e disinformazione nel consumatore che è e rimane sovrano nella scelta. L’acqua minerale per legge è imbottigliata alla sorgente, altrimenti non avrebbe questa denominazione in etichetta, etichetta sulla quale va riportata la sua composizione organolettica che deve essere assolutamente quella. L’acqua potabile in genere proviene da falde di superficie, subisce dei trattamenti per essere resa tale e la sua composizione analizzata all’origine può variare dopo percorsi molto lunghi nelle tubature, spesso peraltro fatiscenti. Posto che entrambe assolvono all’idratazione e quindi entrambe sono valide per dissetarsi, si tratta di due cose radicalmente diverse, non di due cose equivalenti. Ecco la disinformazione.

Che garanzie offrite al consumatore?
Nei nostri stabilimenti si effettuano quotidianamente 650 controlli, non solo nei nostri laboratori ma anche in quelli delle autorità sanitarie. Ogni lotto di produzione è tracciato elettronicamente e c’è la possibilità di rintracciare ogni singola bottiglia in caso di necessità. Le falde acquifere sono monitorate costantemente per verificare che mantengano sempre il loro naturale equilibrio organolettico. Siamo inoltre l’unica effervescente naturale in Italia ad aver certificato le proprie bollicine: da oltre 4 anni vantiamo in etichetta il bollino del prestigioso ente SGS che ha certificato la nostra naturale effervescenza. L’acqua Ferrarelle sgorga da fonti molto antiche di origine vulcanica situate in una zona compresa tra il vulcano di Roccamonfina, oggi inattivo, e il Monte Maggiore. Durante il suo percorso sotterraneo, filtrata dalle rocce vulcaniche, della durata di almeno 10 anni, l’acqua si arricchisce naturalmente di anidride carbonica che, con la sua pressione, ne regola la fuoriuscita naturale dal terreno. Un litro di acqua Ferrarelle soddisfa il 33% del fabbisogno giornaliero di calcio. Oltre al calcio, che insieme al bicarbonato e all’anidride carbonica ha un’influenza positiva sulla digestione, Ferrarelle contiene altri elementi essenziali come potassio, magnesio, silice e fluoro, indispensabili per il buon funzionamento biologico dell’organismo.

La vostra organizzazione di categoria, Mineracqua, sembra muoversi in maniera differente rispetto al passato...
La funzione dell’associazione di categoria è fondamentale e di grande aiuto sia nella difesa del comparto che nella corretta informazione per i consumatori.

Voi come azienda come vi state muovendo?
Dal primo giorno in quest’azienda abbiamo lavorato tenacemente per restituire a tutti i nostri brand il loro prestigio; per questo motivo sono stati investiti oltre 20 mln di euro per rinnovare le linee di imbottigliamento, oggi all’avanguardia tecnologica; per questo abbiamo migliorato al massimo la qualità del packaging, creando anche nuove shape, nuove etichette e nuovi formati. In particolare, ovviamente, abbiamo rafforzato l’impegno su Ferrarelle sostenendolo anche con una comunicazione molto ricercata e coinvolgendolo in progetti particolari con partner di eccezione. Recentemente abbiamo avviato una nuova iniziativa della quale siamo molto orgogliosi.

Di che si tratta?
In collaborazione con il FAI - Fondo Ambiente Italiano abbiamo avviato un meraviglioso progetto di valorizzazione del Parco sorgenti di Riardo, nei pressi di Caserta, dove scaturiscono le Sorgenti di Ferrarelle, Natìa e Santagata. Si tratta di circa 130 ettari dove, con la professionalità del Fai, stiamo ripiantumando alcune colture tipiche della zona e restaurando le masserie del ‘700 che vi si trovano. Un elemento curioso: nel Parco innaffiamo le piante con l’acqua lì disponibile che è poi la stessa che imbottigliamo, cioè Ferrarelle, che provvediamo solo a demineralizzare parzialmente, questo sempre per proteggere l’equilibrio delle falde acquifere.

Che obiettivi vi ponete a medio termine?
Sicuramente l’espansione dell’export sul quale iniziamo quest’anno ad investire anche in attività di comunicazione.
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