Da poco, in Italia, c’è un nuovo supermercato, Erbert. Il pilota ha aperto i battenti a Milano, in Via Pietro Moscati 11, nel quartiere, centrale, di Paolo Sarpi-Porta Volta, ricco di negozi, uffici e abitazioni. Il fondatore, nonché Amministratore delegato della società titolare, EatRight, è Enrico Domenico Capoferri, capitano di lungo corso del retail italiano. Ha lavorato per quasi trent’anni nella grande distribuzione, prima in Rinascente, in seguito in Sma Supermercati, dove ha coronato la propria carriera come direttore generale. Datosi all’imprenditoria, Capoferri si propone oggi di rivoluzionare la cucina di casa, andando ben oltre il ruolo che questa ha già acquisito durante il lockdown. Ecco perché e come.

Come nasce Erbert?

Erbert, nuova catena, ma anche nuovo marchio, nasce da un profondo studio e da due anni di preparazione del concept. Il periodo dell’opening, fine giugno, non era dei migliori per Milano, ma era il momento di partire, visto che, finalmente, si era concluso un lungo iter burocratico, tanto complesso, quanto molto tipico, ma reso ancora più impervio dalla ridondanza normativa legata al Covid. Per fortuna, dai primi di settembre, i visitatori affluiscono con crescente interesse e molti sono i clienti che ritornano con frequenza.

Perché Erbert è rivoluzionario?

Perché lo è la sua mission: rendere facile, per tutti, seguire uno stile alimentare sano e corretto, ma anche molto gustoso, trovando, senza problemi, una serie di prodotti freschi di qualità, oppure semilavorati da utilizzare in cucina, oppure già cucinati e pronti da gustare, a un prezzo più che abbordabile. Le caratteristiche principali della nostra identità fanno riferimento a un sistema di scelte che abbiamo effettuato all’origine del prodotto e della produzione, con l’obiettivo di tradurre in alimento fresco e di qualità i principali dettami nutrizionali universalmente e scientificamente riconosciuti: promuoviamo il consumo di frutta e verdura, con un’offerta di oltre 250 varietà; tutti i nostri dolci non hanno più del 10% di zuccheri aggiunti; utilizziamo solo cioccolato fondente maggiore del 70%; cuciniamo tutti i nostri piatti con un ridotto utilizzo del sale, così come nel nostro panificio non superiamo mai il 2% di sale aggiunto; panifichiamo solo con farine integrali e di tipo 1 e 2; utilizziamo solo oli spremuti a freddo e non raffinati, rivisitiamo ricette per renderle leggere e digeribili. E potrei continuare…

Entriamo nella vostra cucina…

È un tema chiave, perché il format si concentra su prodotti freschissimi di qualità in gran parte di nostra esclusiva produzione, una produzione che avviene sia in punto vendita - per pizza, dolci, panetteria, elaborati di carne e pesce -, sia tramite un laboratorio gastronomico, alla periferia sud est di Milano, il quale opera sui piatti ricettati più complessi e sulla pasticceria. Tutta la nostra gastronomia è in porzioni singole e da asporto, anche se si può consumare nel dehor del supermercato, dotato anche di una zona bar. Le ricette sono confezionate in materiali plastic free, interamente biodegradabili e compostabili e dunque adatti alla raccolta differenziata dell’umido. Insistiamo sulla qualità degli ingredienti – la carne, per esempio, è 100% biologica italiana sia in macelleria, sia nei piatti che cuciniamo –, ma insistiamo anche sulle tecniche di cottura: cuociamo a bassa temperatura, per conservare tutte le proprietà nutritive e non friggiamo mai, preferendo una lavorazione al forno, più sana e dietetica.

Quali sono i vostri piani?

Anche se siamo all’inizio di una nuova avventura, abbiamo tantissime buone idee e, cosa più importante, il coraggio e la determinazione per realizzarle. Un assaggio: la parte di somministrazione del cibo, vista la sua crescita, è già in fase di miglioramento e potenziamento. In senso più ampio il nostro progetto intende superare l’omnicanalità per passare a una visione ‘multi-touch’, con l’obiettivo di andare a soddisfare direttamente il bisogno di alimentarsi in modo sano ed equilibrato, attraverso una presenza multiforme sul territorio. Mi spiego: stiamo lavorando sia sullo sviluppo di nuovi negozi più piccoli, sia sul food delivery digitale, che vuole raggiungere anche gli uffici con prodotti per la pausa pranzo, o per una spesa alimentare articolata. Abbiamo anche, in cantiere, un concetto di corner pret-à-manger, da collocare all’interno dei supermercati tradizionali. E alcune insegne della Gdo food hanno espresso molto interesse nelle trattative in corso…

E il lato finanziario?

Qui abbiamo lavorato con Oltre Venture, che è lead investor e promotore del progetto sin dal primo giorno. È un fondo di finanza a impatto sociale, che investe, dunque, in progetti che abbiano un evidente impatto positivo sull’ambiente sociale circostante. Il Centro Medico Santagostino, Sfera Agricola, Wonderful Italy, sono alcuni dei nomi sostenuti da Fondo Oltre. Oltre Venture ha contribuito in modo decisivo nell’attività di ricerca degli investitori e nel coordinamento degli stessi. Una partnership si è resa necessaria anche perché, in Italia, il mondo del venture capital non è sviluppato, specialmente nella fase di startup e avvio delle iniziative, come lo è, invece, negli Usa e in Gran Bretagna.

La scala prezzi di Erbert è molto competitiva. Non contrasta con il vostro profilo di fascia medio-alta?

La scelta di un prezzo conveniente è strategica in quanto è uno degli strumenti attraverso i quali diamo risposta alla nostra mission di rendere facile e accessibile il mangiar sano ed equilibrato. Chiaramente ciò comporta obiettivi di equilibrio e rendimento finanziario da raggiungersi grazie a uno sviluppo di volumi nel tempo, tempo che speriamo non troppo lungo.

Diamo le misure del vostro flagship milanese…


Il primo Erbert è di 500 mq di vendita e 750 complessivi, di cui 250 mq di laboratori. Dà lavoro a 25 addetti full time, che possono sembrare tanti, ma è chiaro, dalle nostre scelte, che l’attività presuppone una forte intensità di lavoro.

Ci sono anche gli esperti della nutrizione?

Certamente. Siamo coadiuvati da uno staff di nutrizionisti che lavora con i nostri chef e che è, fra l’altro, a disposizione dei nostri clienti: questi professionisti sono attivi in negozio in determinati orari, con la divisa arancione e la scritta ‘food mentor’, cioè veri e propri mentori del cibo oltre che specialisti della nutrizione. Stiamo per avviare una sezione del sito in cui è possibile definire un proprio stile alimentare, personalizzato sulla base della propria condotta di vita e delle singole preferenze. L’obiettivo è di definire un menu settimanale composto da 5 pasti al giorno: colazione, spuntino, pranzo, spuntino e cena. Stiamo lavorando, infine, anche per integrare il ‘calendario’ settimanale con il delivery e quindi rendere possibile ricevere comodamente, a casa, i piatti del proprio menu, sano ed equilibrato.

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