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La Filiera Armando raggiunge i 13mila ettari di campi coltivati (+35%)

La Filiera Armando raggiunge i 13mila ettari di campi coltivati (+35%)

La Filiera Armando raggiunge i 13mila ettari di campi coltivati (+35%)

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Claudia Scorza

La Filiera Armando, che coinvolge 760 aziende agricole originarie di 9 regioni italiane, quest’anno festeggia 14 anni di attività e numeri in crescita: circa 13mila ettari di campi coltivati, ovvero un incremento del 35% rispetto al 2023. 

Anche quest’anno i protagonisti della Filiera Armando si sono dati appuntamento a Flumeri, presso lo stabilimento della De Matteis Agroalimentare Società Benefit, per “IncontrArmando”, il tradizionale evento in cui viene rinnovato il Patto che lega l’azienda irpina e gli agricoltori che conferiscono il grano duro 100% italiano con cui è prodotta Pasta Armando

Il traguardo conseguito è in totale controtendenza rispetto alla flessione delle superfici coltivate a grano duro in Italia, che registrano un decremento del 6,2 %, secondo i dati Istat aggiornati al 30 luglio. Inoltre, è stato rilevato un miglioramento medio delle rese di coltivazione per gli agricoltori aderenti alla Filiera di oltre il 15% rispetto alle medie nazionali.

L’incontro, aperto dal Ministro dell’agricoltura della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida, è stata l’occasione per allargare la discussione sul presente e sul futuro della produzione della pasta. L’approfondimento è stato affidato a un confronto dal titolo “Filiera e pasta di qualità: ambasciatori della cucina italiana nel mondo”, a cui hanno partecipato Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia, lo chef Alessandro Borghese e Marco De Matteis, amministrato delegato di De Matteis Agroalimentare SB

«Il mercato internazionale, sempre più competitivo, impone oggi un’accelerazione alle aziende italiane, che devono continuare a investire nel miglioramento qualitativo per mantenere una posizione di rilievo come made in Italy nel mondo», dichiara Marco De Matteis. «Nel nostro settore questo significa impegnarsi per accrescere la qualità della pasta lungo tutta la sua filiera produttiva, partendo dall’eccellenza e dalla salubrità della materia prima».

Conclude Luigi Scordamaglia: «Gli agricoltori sono protagonisti del presente e del futuro del settore dell’agroalimentare nella sua transizione verde, in stretta sinergia con l’industria. Il modello italiano, caratterizzato da una tecnologia capace di ottenere il massimo valore aggiunto con il minor impiego possibile di input e il più basso impatto ambientale, è il modello da seguire al mondo. Un modello da contrapporre a quello in cui l’alimentazione del futuro sarebbe, invece, affidata a poche multinazionali globali, fautrici di cibi sintetici e ultra-processati, dannosi per le filiere produttive, per gli agricoltori locali e soprattutto per i consumatori».

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