Fattorie Garofalo punta a rafforzare la capacità produttiva
Fattorie Garofalo punta a rafforzare la capacità produttiva
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Originaria di Capua, nel casertano, Fattorie Garofalo è l’azienda agroalimentare specializzata nella produzione e nella commercializzazione della mozzarella di Bufala Campana a denominazione di origine protetta (Dop).
La holding, che punta a rafforzare la propria leadership di maggiore allevatore di bufale al mondo, ha in programma l’ulteriore implemento della produzione mediante l’aumento della popolazione bufalina, fino a sfiorare i 18 mila esemplari.
Raffaele Garofalo, presidente del gruppo cooperativo, traccia il profilo dell’azienda rimarcandone la profonda attenzione rivolta alla sostenibilità ambientale.
Dott. Garofalo, ci racconti come nasce la sua azienda e di cosa si occupa esattamente.
Fattorie Garofalo è un’azienda agroalimentare che, da oltre 50 anni, opera nella filiera bufalina. La produzione della mozzarella di bufala è iniziata nel settembre del 1969, quando fu inaugurato il primo caseificio: nell’immediato dopoguerra, in realtà, l’allevamento fu convertito e le bovine furono sostituite dalle bufale, in linea con la riforma agraria dell’epoca.
Oggi siamo considerati i maggiori allevatori di bufale a livello mondiale, potendo contare su ben 10 mila capi da latte con l’obiettivo di arrivare, nel 2024, a sfiorare i 18 mila esemplari.
L’azienda dispone di circa 400 dipendenti e il fatturato si aggira attorno ai 100 milioni di euro, di cui il 60% è rappresentato dall’export.
La nostra attività si articola in tre settori principali, ossia quello agricolo, quello industriale e il retail. Disponiamo, infatti, di 15 punti vendita indipendenti e stiamo espandendo il nostro raggio d’azione soprattutto all’estero: due sono gli store sul suolo francese, a Parigi, uno a Londra ed è forte la nostra presenza anche negli aeroporti, nelle stazioni e nei grandi centri commerciali.
Quali sono dunque le tipologie di prodotti che commercializzate maggiormente?
La mozzarella di Bufala Campana Dop è, certamente, il nostro prodotto di punta, ma stiamo anche sviluppando la produzione delle burrate e del burro. Stiamo implementando, inoltre, la realizzazione di referenze ascrivibili al comparto del dolciario: da qualche mese, infatti, abbiamo lanciato il Dulce de Leche, un latte caramellato di bufala, che a breve sarà riproposto anche nella versione biologica.
All’inizio del 2019, infine, abbiamo lanciato la nostra mozzarella bio, con grande riscontro da parte dei mercati internazionali, specialmente quello svedese, tedesco e francese.
Quali sono i mercati esteri in cui siete maggiormente presenti?
Esportiamo in oltre 50 paesi, tra i quali i mercati principali sono la Germania, la Francia, l’Inghilterra, gli Stati Uniti e i Paesi Bassi. Prevediamo di rafforzare la nostra presenza anche nei Paesi asiatici.
Quanto è importante la sostenibilità per la sua azienda?
La sostenibilità è una tematica molta importante per la holding che è impegnata in modo attivo e concreto in questo senso: larga parte dell’energia che utilizziamo, infatti, proviene da fonti rinnovabili, disponiamo di due impianti di biomasse, 5 impianti fotovoltaici - un sesto sarà operativo a breve - ed è in progetto l’acquisizione di una pala eolica.
A ciò si aggiungono attività finalizzate alla tutela dell’ambiente, tra cui un piano di risparmio delle risorse idriche, sia in ambito agricolo, che per quanto riguarda l’industria, dove produciamo acqua calda mediante l’impiego di pannelli termici.
Abbiamo costituito, infine, una filiale biologica.
Come vi muovete sotto il profilo della comunicazione?
Siamo molto attivi sui nostri canali social, ma contiamo di attuare investimenti nel marketing e nella comunicazione, soprattutto in vista della crescita dei nostri brand che, quest’anno, è stimata attorno al 15%. Questo sia per quanto concerne la comunicazione diretta al consumatore finale, sia quella diretta al trade.
Quali sono i vostri obiettivi per i prossimi 5 anni?
Per prima cosa puntiamo a crescere nell’ambito della zootecnica, quindi a migliorare ancora di più le tecniche di allevamento e ad investire per raddoppiare la nostra popolazione bufalina. Come ho anticipato, entro il 2024 vogliamo raggiungere quota 18 mila capi da latte, in modo da ovviare al problema legato alla scarsità della materia prima. Tutto ciò nell’ambito di una politica di acquisizioni, ma anche di crescita complessiva delle nostre aziende.
L’obiettivo, inoltre, è quello di rafforzare ancora di più la nostra leadership e di crescere sia con la nostra catena di punti vendita, ma anche all’interno della grande distribuzione sia in Europa che all’estero.
Contiamo, infine, di continuare a crescere anche nel settore del food service e del catering.
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