Apofruit rileva nuove opportunità di investimento per pesche, nettarine, albicocche e susine, incoraggiando i soci a considerare l'implementazione di queste colture.
La conferma arriva dai vertici di Apofruit, che a fronte di valutazioni di mercato con una ormai lunga e consolidata storicità, invitano ora i propri soci a considerare l’idea di implementare queste colture.
A introdurre questo tema, in particolare, sono Mirco Zanotti ed Ernesto Fornari, rispettivamente presidente e direttore generale di Apofruit, nonché Andrea Grassi, direttore innovazione e sviluppo di Apofruit.
Per il sesto anno consecutivo Apofruit ha registrato ulteriori aumenti nei valori di liquidazione ai soci di pesche, nettarine, albicocche e susine. “I motivi di questa situazione sono molteplici, ma la tendenza, appunto, impone una seria riflessione, perché i numeri continuano a mostrare segnali positivi e incoraggianti – osserva Zanotti –. Tendenze del genere con una simile storicità sono del tutto straordinarie nel settore dell’ortofrutta e, secondo noi, meritano una grande attenzione, anche sulla scorta della situazione che permane a livello internazionale”.
Ernesto Fornari aggiunge: “Chiaramente, occorre approcciarsi a investire in pesche, nettarine, albicocche e susine in modo differente rispetto al passato. Bisogna infatti tenere in considerazione il cambiamento climatico e le nuove fitopatie che possono presentarsi, oltre alle preferenze mostrate dai consumatori per le varietà più recenti. In ogni caso, l’investimento per un nuovo impianto rimane assai contenuto rispetto ad altri generi ortofrutticoli: basti pensare, infatti, che un ettaro di pesche e nettarine richiede dai 30 ai 40 mila euro, mentre un’analoga superficie a mele o kiwi, ad esempio, impone un impegno dai 70 agli 80 mila euro.
Inoltre, grazie alle nuove cultivar, il secondo anno è già possibile effettuare una prima raccolta e il terzo anno l’impianto è in piena produzione.
Zanotti riprende: “I prezzi al consumo di pesche e nettarine sono di fatto triplicati negli ultimi sei anni mentre albicocche e susine sono praticamente raddoppiati. Se è vero che, nei nuovi impianti, bisognerà considerare di installare coperture anti-grandine, dispositivi anti-gelate e moderni sistemi di irrigazione, è altrettanto vero che si tratta di generi ortofrutticoli molto richiesti dai consumatori nei mesi più caldi dell’anno, e a livello internazionale (Spagna in primis) c’è un grande deficit produttivo, a causa degli espianti che sono stati effettuati dal duemilaventi e mai più rimpiazzati”.
Andrea Grassi, dal canto suo, rileva: “Certamente, per effettuare un investimento, non si può aspettare di avere sul tavolo tutte le risposte. Le sfide non mancano, ma ci sono segnali molto incoraggianti. È vero, infatti, che c’è un calo continuo delle superfici coltivate a pesche, nettarine, albicocche e susine, che in aree come la Puglia si sta affrontando la carenza d’acqua e che il nuovo materiale genetico è spesso controllato da fondi di investimento internazionali. Tuttavia, il mercato da anni sta rispondendo bene all’offerta di tali generi ortofrutticoli, le novità varietali non mancano e il materiale disponibile oggi è caratterizzato da un’alta tolleranza alla monilia, con progressi anche nella lotta contro la Sharka. Il tempo di rientro dell’investimento, inoltre, risulta molto veloce se si rispettano tutti gli accorgimenti tecnici consigliati, come le coperture, gli impianti di irrigazione e i sistemi per la protezione dalle gelate tardive”.
Attualmente, per quanto riguarda Apofruit, la produzione di pesche e nettarine si attesta sui 150.000 quintali, quella di albicocche tra i 60.000 e gli 80.000 quintali, quella di susine è tra i 40.000 e i 50.000 quintali.