Antitrust, sì a GranTerre-Parmacotto. Quota dell'80% alle coop. Forse Moscatelli presidente

Antitrust, sì a GranTerre-Parmacotto. Quota dell'80% alle coop. Forse Moscatelli presidente
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Via libera dell’Antitrust al matrimonio della salumeria fra Parmacotto e Salumifici GranTerre. La nuova società, recita il bollettino, «non è suscettibile di determinare effetti significativi per la concorrenza, date le contenute quote di mercato post-merger delle parti e la presenza di altri operatori».
Dal comunicato dell’Authority emergono tuttavia alcuni dettagli interessanti. Innanzitutto l’operazione comunicata consiste nell’acquisizione del controllo congiunto, da parte di GranTerre e Asz, di Salumifici GranTerre e Parmacotto.
GranTerre appartiene alla galassia delle cooperative, mentre Asz controlla Parmacotto e fa capo all’imprenditore emiliano Giovanni Zaccanti (cofondatore di caffé Saeco e Caffitaly).
Rapporti di forza
L’accordo sottoscritto prevede che, al closing dell’operazione, la controllante GranTerre promuoverà un aumento di capitale di Salumifici GranTerre da realizzarsi per mezzo del conferimento del 100% di Parmacotto da parte di Asz. Quest’ultima riceverà il 20% di Salumifici GranTerre, mentre l’80% resterà in portafoglio a GranTerre.
Sul fronte della governance, le parti hanno convenuto che Salumifici GranTerre sarà amministrata da un Cda composto da 6 membri, di cui: 4 designati da GranTerre, tra cui il presidente esecutivo, e 2 da Asz, ossia, il vice-presidente (non esecutivo) e l’ad.
Il CdA delibererà secondo le maggioranze di legge, a eccezione di una serie di materie per le quali è richiesto il voto favorevole del vice-presidente nominato da Asz, tra cui l’approvazione e la revisione annuale del budget annuale del business plan della società e delle controllate.
Secondo alcuni addetti ai lavori, il presidente esecutivo dovrebbe essere Maurizio Moscatelli, ceo del gruppo GranTerre.
Ok, il prezzo è giusto
Come è stato stabilito il valore delle aziende? Ovviamente in base agli asset materiali e immateriali. Nella partita deve aver contato molto il valore del brand iconico Parmacotto, per l’azienda di Zaccanti pari a 26,6 milioni.
I dati patrimoniali e reddituali disegnano due realtà differenti: in base ai dati 2023, GranTerre ha realizzato ricavi per 883 milioni, un Ebitda di 47 milioni e un utile di 3,6 milioni. Fa parte del gruppo GranTerre, che comprende il business caseario di Parmareggio, e fattura 1,6 miliardi con 18 stabilimenti. GranTerre vanta inoltre un patrimonio netto consolidato di 178 milioni e dichiara un debito netto di 129 milioni.
Dal suo canto, Parmacotto ha realizzato ricavi per 140,5 milioni, un Ebitda di 4,5 milioni con una perdita di 6,2 milioni. La società salumiera esprime un patrimonio netto di circa 27 milioni, con un debito netto di 45 milioni.
Parmacotto conta su 2 stabilimenti nel Parmense e controlla la Boschi Fratelli (salame felino e prosciutti crudi di montagna), il distributore americano Parmacotto Llc e quello svizzero Parmacotto Suisse nonché il salumificio artigianale neo acquisito New England Charcuterie di Boston.
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