Continua il successo di PittaRosso che chiude l’esercizio 2016 con un fatturato di 345 milioni, in crescita, rispetto all’anno precedente, del 25%, e questo dopo un 2011-2015 contrassegnato da variazioni medie annue superiori al +20 per cento.

L’insegna ha imboccato la parabola ascendente con l’ingresso, nel 2011, di 21 Investimenti (famiglia Benetton) come nuovo proprietario. Alla fine del 2014 la holding veneta ha passato la mano – per 300 milioni - al fondo Usa Lion Capital.

Lion ha interessi focalizzati sul pronto moda di marca (Jimmy Choo, All Saints, American Apparel) e sulla cura della persona, ma soprattutto ha il proprio focus nell’alimentare & bevande e nel retail, con investimenti su nomi come Orangina-Schweppes, Findus, Weetabix, Wagamama (ristoranti giapponesi sviluppati in Italia da Percassi), Hema (multistore del non alimentare) e Picard.

L’opera di Lion, che amplifica la linea tracciata da Benetton, consentirà a Pittarosso di tagliare il traguardo dei 400 milioni di ricavi nel 2017, una cifra realizzata tramite una rete di 200 punti vendita in Italia, Francia, Croazia e Slovenia. Il target triennale, poi, mira al raddoppio, fino a 800 milioni di euro di vendite nel 2019.

“C’è grande entusiasmo per il quinto anno consecutivo di crescite eccezionali - ha spiegato ai giornalisti l’amministratore delegato, Andrea Cipolloni -. Il 2016 ci ha visto protagonisti, con un fatturato in salita di circa il 5% a parità di punti di vendita, e del 25% in totale e una straordinaria progressione dell’Ebitda. Siamo in linea con il piano presentato a gennaio 2015”.

Altro fatto significativo è stato l’ingresso in azienda, durante l’estate, di due nuovi top manager: Andrea Piras, in qualità di direttore generale, e Mario Zanini, responsabile della finanza.

In Italia Pittarosso si pone in diretta competizione con altri grandi specialisti della fascia a prezzi abbordabili, tutti accomunati da vasti piani di inaugurazioni: da Scarpe & Scarpe (più di 160 negozi), alla tedesca Deichmann (5,3 miliardi di euro di fatturato, 3.700 filiali in 24 Paesi, di cui una settantina in Italia), alla multinazionale svizzera Bata, con i suoi oltre 5.000 punti vendita(300 italiani) dislocati in 100 nazioni.