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La Doria si mangia Althea e Delfino

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Redazione
Antonio Ferraioli, amministratore delegato di La Doria così commenta la recente acquisizione, che fa della sua azienda il primo produttore italiano di sughi pronti a marchio private label: “L’acquisto di gruppo Pa. i.al costituisce un significativo passo avanti nella già annunciata strategia di espansione in settori sinergici che ci consentano uno spostamento del mix verso prodotti non stagionali e a più alto valore aggiunto, con l’obiettivo di incrementare i nostri margini operativi. Siamo certi che questa operazione potrà consentici di porre solide premesse per una futura, ulteriore espansione nel mercato domestico e internazionale".

Passa così di mano il 100% delle società Althea e Delfino per un totale di 3 impianti produttivi, di cui 2 a Parma (Althea) e uno in provincia di Napoli, ad Acerra (Delfino). Soprattutto La Doria - quotata all’Mta, segmento Star, di Borsa Italiana, primo produttore italiano di legumi conservati e di derivati del pomodoro (polpa e pelati) e secondo di succhi e bevande di frutta, con 604,4 milioni di fatturato e clienti come Carrefour, Auchan, Selex, Conad, Tesco, Sainsbury e Waitrose  - arricchisce la propria offerta con sughi pronti preparati con ricette tradizionali italiane (a base di pomodoro, carne, pesto, bianchi) ed entra, anche se marginalmente, nelle cosiddette “dressing sauce”, cioè le salse da condimento e contorno.

I principali termini dell’accordo – che sarà perfezionato a fine novembre - prevedono per l’operazione un corrispettivo pari a 65,2 milioni di euro, che sarà sottoposto a un eventuale aggiustamento successivamente alla data del closing sulla base della variazione del capitale circolante e della posizione finanziaria netta al 31 ottobre.

Pa.fi.al (73% di fatturato all’estero) sarà acquistata sostanzialmente priva di debito (al 30 giugno la posizione finanziaria è stata pari a -1,9 milioni di euro) e l’operazione sarà finanziata per un importo pari a circa il 40% dell’esborso complessivo, attingendo dalla liquidità aziendale; per il restante ammontare, mediante un finanziamento bancario concesso da Intesa Sanpaolo.

I ricavi di Pa.fi.al, nell’esercizio 2013, sono stati di 71,7 milioni di euro, realizzati per il 93% con prodotti private label e per il 7% con prodotti a marchio proprio; il margine operativo lordo si è attestato a 8,2 milioni di euro e l’utile netto a 3,6 milioni. La società esprime un buon livello di redditività con un Ebitda margin dell’11,4 per cento. Le previsioni per il 2014 indicano una crescita del fatturato e un ulteriore miglioramento dei margini operativi.
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