di Emanuele Scarci

Unicoop Tirreno ritorna a sorridere con un utile di 1 milione dopo 14 anni di conti in rosso e 150 milioni di perdite. Entro sabato prossimo i soci della cooperativa di Piombino dovranno votare in negozio per i rappresentanti designati e il 9 luglio è in programma l’approvazione del bilancio 2020 con la nomina del nuovo Cda in carica fino al 2024; il 29 giugno scade il termine per sottoscrivere l’obbligazione da 150 milioni emesso da Unicoop Tirreno.

I conti tornano

Il conto economico consolidato 2020 della cooperativa di Piombino registra vendite lorde al dettaglio di 875,3 milioni di euro, +0,5% rispetto all’anno precedente: forte incremento durante i mesi di lockdown seguito da oscillazioni nel periodo estivo legate all’andamento dei flussi turistici. Margine operativo lordo è tornato in positivo: 9,9 milioni contro una perdita di 3,4 milioni del 2019. L’utile ha superato il milione mentre nell’esercizio precedente la perdita era arrivata a 4,8 milioni. Poteva andare anche meglio se fossero arrivati dividendi per 8 milioni da Unipol e Igd.

Anche il patrimonio netto consolidato di Unicoop Tirreno è aumentato, attestandosi a 344,8 milioni, rispetto ai 264,8 milioni del 2019. Il prestito sociale, fonte di autofinanziamento, è rimasta stabile a 602,1 milioni. Il rapporto patrimonio netto/prestito sociale è sceso a 1,7.

Gli investimenti sono stati di 9,6 milioni di euro, di cui 8,6 milioni destinati al restyling dei punti vendita. In più la Cooperativa, per fronteggiare la pandemia, ha sostenuto costi straordinari per 5,5 milioni. Unicoop Tirreno conta su 94 negozi in Toscana, Lazio e Umbria e 3.800 dipendenti.

Il turnaround

L’utile è il risultato di un processo di 4 anni di dimagrimento e razionalizzazione aziendale secondo il piano strategico del direttore generale Piero Canova che comprendeva la cessione dei punti vendita inefficienti, in particolare iper, il taglio degli organici, la revisione degli assortimenti e una gestione oculata dei costi.

Infine, dei 150 milioni che Unicoop Tirreno otterrà dal bond, 135 saranno utilizzati per saldare un prestito contratto nel 2016, in piena crisi, con altre Coop, in primis con Coop Alleanza 3.0.

Le obbligazioni sono destinate ai soci prestatori. Funziona una sorta di vasi comunicanti: si collocano le obbligazioni con il reimpiego del prestito sociale. Il giroconto consente alle Coop in difficoltà di ridurre il peso dei prestiti sociali che secondo la Banca d'Italia non possono superare più di 3 volte il valore del patrimonio netto.