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Con Greci e Fini nasce un polo da duecento milioni

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Con Greci e Fini nasce un polo da duecento milioni

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Redazione
Annunciata da tempo è arrivata felicemente in porto l’operazione di acquisizione, da parte di Paladin Capital Partner, che controlla anche Fini, del 100% di Greci Industria Alimentare di Ravadese (PR). strong> Nasce così un gruppo alimentare vicino ai 200 milioni di euro, che spazia dal largo consumo al food service e che si candida a nuovo polo gastronomico emiliano.

Greci Industria Alimentare, azienda leader nel settore delle forniture per la ristorazione commerciale, con oltre 80 milioni di fatturato, opera con due stabilimenti di produzione, uno nella nativa Ravadese e l’altro a Malaga, in Spagna. Le sue linee - Prontofresco, Freschi di cucina e Chef per me – comprendono diverse centinaia di ricette, un esercito regolato da circa 200 agenti che servono oltre 20.000 operatori. E’ presente in 35 Paesi, dove realizza un quarto delle vendite.

Gruppo Fini - di cui fanno parte i marchi Fini Modena, specializzato nella produzione di pasta fresca ripiena e Le Conserve della Nonna - è una realtà apprezzata a livello internazionale, che nel 2013 ha raggiunto una quota di mercato del 7,5 % a volume e del 6,8% a valore, con un fatturato di 94 milioni di euro, in crescita rispetto al 2012 del 4,4%.

L’operazione consente alle due società di rafforzare ulteriormente una posizione di leadership fondata sull’attenzione alla qualità e sulla distintività della gamma e di presentarsi al mercato con un’offerta integrata.

“Per Greci abbiamo concordato un piano di consolidamento a tre anni, che prevede di dare rilievo ai punti di forza dell’azienda sia dal punto di vista degli standard di eccellenza, sia da quello commerciale, impostando sinergie per lo sviluppo nazionale e internazionale” spiega l’amministratore delegato del Gruppo Fini e di Greci, Andrea Ghia.

“Il modello di risanamento di Fini – conclude Ghia - giunto a completamento, ci consente di puntare concretamente alla crescita, andando in controtendenza rispetto alla situazione economica italiana. L’aspetto occupazionale, infine, richiede la collaborazione fattiva di tutti gli attori sociali “.
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