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Ue e Cina concordi sulla tutela delle Ig...ma c'è chi puntualizza

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Ue e Cina concordi sulla tutela delle Ig...ma c'è chi puntualizza

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Redazione

Italia 26, Francia 26, Spagna 12: non è un medagliere olimpionico, ma il palmares delle nazioni con il più alto numero di prodotti a indicazione geografica europea riconosciuti dalla Cina.

Il totale ammonta a 100 specialità dell’alimentare e delle bevande che saranno difese da usurpazioni e imitazioni sul territorio della Repubblica Popolare. Parallelamente l’Ue si impegna a garantire il medesimo status di tutela ad altrettante Ig cinesi, fra le quali il riso Panjin, le bacche di goji Chaidamu, Pixian Dou Ban (Pasta di fagioli Pixian), Anji Bai Cha (Tè bianco Anji), Anqiu Da Jiang (Zenzero Anqiu).

Lo prevede l’accordo bilaterale raggiunto a Bruxells che ha lo scopo di creare, a partire dalla fine del 2020, vantaggi commerciali reciproci e una domanda di prodotti di elevata qualità da ambo le parti.

Ha dichiarato Phil Hogan, commissario per l'Agricoltura e lo sviluppo rurale: “I prodotti a indicazione geografica europea sono rinomati in tutto il mondo per la loro qualità e i consumatori sono disposti a pagare un prezzo più elevato perché si fidano dell'origine e della loro autenticità, ricompensando in questo modo gli agricoltori. L'accordo dimostra il nostro impegno a collaborare strettamente con i partner di tutto il mondo, come la Cina. Si tratta di una vittoria per tutti in quanto rafforza le relazioni commerciali, apportando benefici al settore agroalimentare e ai consumatori di entrambe le parti”.

Il ‘carrello’ italiano comprende, fra l’altro, l’Aceto balsamico di Modena, il formaggio Asiago, la Bresaola della Valtellina, il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano, il Gorgonzola, il Taleggio, il Pecorino Romano, la Mozzarella di Bufala Campana, il Prosciutto di Parma e quello di San Daniele. Un discorso a parte meritano i vini, che rappresentano, con 14 denominazioni, più della metà delle Ig tutelate e schierano, tanto per citare, Barolo, Brunello di Montalcino, Chianti, Prosecco Conegliano Valdobbiadene, Soave, Tokaj, Barbaresco, Brachetto d’Acqui. Per i distillati si segnala la Grappa.

La Cina è il secondo mercato export dell’Ue, con un valore di 12,8 miliardi di euro nell’anno terminante ad agosto 2019, ed è anche la seconda destinazione delle esportazioni di prodotti protetti da indicazioni geografiche. “Il mercato cinese – osserva Bruxelles - ha una classe media in aumento, che apprezza i prodotti europei autentici e di alta qualità, ha un potenziale di crescita elevato e può vantare un proprio sistema di indicazioni geografiche consolidato, con specialità che, grazie a questo accordo, i consumatori europei potranno ora esplorare meglio”.

In seguito alla conclusione dei negoziati, l'accordo passa ora a un controllo giuridico. Per quanto riguarda l'Ue spetterà poi al Parlamento e al Consiglio dare l'approvazione, per arrivare all’entrata in vigore entro la fine del 2020. Quattro anni dopo l'ambito di applicazione sarà esteso ad altre 175 indicazioni geografiche per parte.

L’Unione conta più di 3.300 denominazioni registrate come indicazione geografica protetta (Igp) o denominazione di origine protetta (Dop). Vi sono poi circa 1.250 denominazioni di Paesi terzi protette, principalmente grazie ad accordi bilaterali. In termini di valore, il mercato comunitario delle Ig vale 74,8 miliardi di euro e complessivamente rappresenta il 15,4% di tutte le esportazioni di prodotti alimentari e bevande.

Cifre che hanno fatto storcere il naso a Coldiretti, secondo la quale non si sarebbe fatto abbastanza: “L’accordo siglato tra Unione Europea e Cina protegge appena il 3% dei prodotti italiani a indicazione di origine, anche se nella lista sono compresi i prodotti tipici più esportati all’estero, ma con importanti esclusioni. E’ positiva la volontà di procedere nel tempo a un allargamento, anche se la situazione è stata purtroppo compromessa dalle concessioni accordate dai precedenti accordi, a partire da quello con il Canada (Ceta), che ha legittimato, per la prima volta nella storia dell’Unione, le imitazioni del Made in Italy a partire dalla libera produzione e commercializzazione del Parmesan”.

La fonte aggiunge che l’Italia è leader europea nelle denominazioni di origine con un totale di 863 prodotti Ig: 299 Dop e Igp, 526 vini e 38 bevande alcoliche. Dunque bisognerebbe parlare di “appena” 26 specialità tutelate dall'accordo Ue-Cina.

“Il rischio è che la mancata protezione di tutti gli altri marchi Made in Italy legittimi – osserva Coldiretti – dia luogo alla produzione di imitazioni dei prodotti tricolori in un Paese in grande espansione soprattutto nel settore vitivinicolo, dove è il primo consumatore mondiale per i rossi”.

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