La Gdo francese dovrà accettare gli aumenti dell'industria
La Gdo francese dovrà accettare gli aumenti dell'industria
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di Luca Salomone
Braccio di ferro, Oltralpe, sulle negoziazioni commerciali.
La nuova legge, votata il 18 gennaio dall’Assemblea nazionale (la Camera dei deputati) deve passare ancora al vaglio del Senato il 15 febbraio, ma il punto principale, in sostanza, legalizza la rescissione 'brutale' da parte dei fornitori.
In caso di rottura
Secondo gli osservatori la bozza è stata fortemente voluta dai grandi marchi, rappresentati dall’Ilec, ossia l’Institut de liaisons et d'études des industries de consommation.
Il testo prevede che, in caso di mancato accordo durante le prossime trattative annuali (si concluderanno il primo di marzo 2023), a ogni fornitura si applicherà il prezzo fissato dal produttore.
Inoltre, come giusto corollario, viene prolungata la precedente normativa (Legge alimentazione o legge Egalim 1, del 30 ottobre 2018) per quanto concerne le promozioni, ribadite a un limite massimo, sulle vendite, del 34% in valore e del 25 per cento in volume.
La posizione della Dmo
La normativa, concepita come difesa dallo strapotere della Dmo, potrebbe comportare, in periodo di inflazione (l'Esagono ha registrato un +5,9% medio nel 2022), un pericoloso incremento dei listini. E come argine resterebbe solo il consumatore finale.
Si registrano, ovviamente, le proteste di un nutrito gruppo di distributori: Auchan, Carrefour, gruppo Casino, Cora, E. Leclerc, Intermarché, Lidl, Netto, Système U.
In una nota congiunta la Gdo fa presente che, in questo modo, verrebbe annullato il concetto stesso di negoziazione commerciale. “I grandi fornitori – si legge – trattano marchi indispensabili, che i distributori devono comunque avere nei propri punti vendita, per assicurarsi le visite dei consumatori. Le insegne sarebbero costrette ad accettare le tariffe imposte dalle multinazionali, tariffe che potrebbero avere un’impennata del 30 per cento. Le piccole e medie imprese, dal canto loro, hanno già stimato che le normativa, se approvata, potrebbe portare a forti rialzi dei prezzi di mercato, anche nell’ordine del 40-50 per cento, con una sensibile riduzione dei volumi, alla quale esse non potrebbero tenere testa”.
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