Il mercato dell’outdoor advertising è in forte espansione, con previsioni di ricavi che supereranno i 60 miliardi di euro entro il 2033.
Il mercato della pubblicità esterna comprende un'ampissima varietà di strumenti per promuovere brand, marchi, servizi e prodotti negli spazi a forte passaggio pubblico. Tra queste modalità si trovano la pubblicità tradizionale sui cartelloni, i cartelloni digitali, la pubblicità sui mezzi del trasporto pubblico, l'arredo urbano e altre forme di promozione. I cartelloni, spesso posizionati in aree ad alto traffico come autostrade, aeroporti o altre aree di forte passaggio, rimangono un mezzo potente e visivamente accattivante per gli inserzionisti che desiderano raggiungere un vasto pubblico.
Un fenomeno che, soprattutto negli ultimi anni e anche nelle grandi metropoli mondiali, vede una rapida crescita del settore che, sul versante della sostenibilità, sta rimodulando le proprie priorità anche con una vera e propria “svolta green”.
Negli ultimi anni, infatti, si sta vivendo un significativo cambiamento verso la sostenibilità in tutti i settori. I consumatori-clienti finali stanno diventando sempre più attenti alla tutela dell’ambiente e questo trend porta imprese, società e aziende di ogni settore ad adottare pratiche ecosostenibili, non solo nei loro prodotti e servizi, ma anche nelle loro strategie di marketing.
E per quanto riguarda, invece, l’Europa ci sono novità in merito allo scenario analizzato? Assolutamente sì, infatti, il mercato europeo della pubblicità esterna, nel 2024, si è aggirato intorno agli 8,34 miliardi di dollari ed è previsto che raggiungerà gli 11,78 miliardi di dollari entro il 2030, con un tasso di crescita del 5,79%.
«Il tema della sostenibilità anche nel settore del marketing e della pubblicità è centrale e strategico per affrontare le future sfide globali e, soprattutto, per cercare di essere maggiormente green e attenti all’ambiente – sottolinea Domenico Maduli, presidente di Pubbliemme –. Questa per noi, e per l’intero settore, è una sfida non più rinviabile. Serve evitare gli sprechi e puntare su campagne e iniziative che siano ecocompatibili e con il minor impatto ambientale possibile: questi gli obiettivi da raggiungere da qui ai prossimi cinque anni in ottemperanza anche al Green deal promosso dalla Commissione europea e che punta a ridurre le emissioni a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030”.
La sostenibilità nella pubblicità Ooh sta prendendo piede e diventerà nel prossimo decennio più di una semplice parola d'ordine. Dall'utilizzo di materiali ecocompatibili all'integrazione di fonti di energia rinnovabili fino alla riduzione degli sprechi, il settore dei cartelloni pubblicitari sta adottando misure per ridurre al minimo il proprio impatto ambientale. Dal vecchio (e inquinante) Pvc si sta virando verso carte e prodotti biodegradabili, riciclabili e a bassissimo impatto ambientale. Poster e manifesti in fibre vegetali, infatti, stanno prendendo piede anche nelle grandi campagne marketing e grazie all’attenzione all’ambiente delle imprese del territorio. Ma c’è molto di più dietro a un asset che è in continua evoluzione.
Anche la tecnologia è ormai proiettata verso l’ecosostenibilità. Led, pannelli e striscioni “digitali” sono sempre più green, alimentati da energia verde e completamente sostenibile. Molti gestori di questi impianti, ad esempio, hanno iniziato ad alimentare i propri cartelloni digitali con l’energia solare. Alcuni cartelloni sono ora dotati di pannelli solari propri, che consentono quindi di sfruttare l'energia del sole durante il giorno per alimentare i display di notte (ma non solo). Ma questo ha generato anche un impatto positivo sulla società. Spessissimo, infatti, questa energia non viene utilizzata al 100% e l’energia eccedente a quella necessaria per il funzionamento dei pannelli può essere “messa in rete” (le cosiddette Comunità energetiche rinnovabili, le Cer, sono ormai già una realtà consolidata ad esempio in Regione Lombardia).
Tutte queste strategie sono anche accompagnate da “messaggi ad hoc” che puntano l’attenzione proprio sulla difesa dell’ambiente e sulla necessità di cambiare paradigma.