Sono ben 18 i Paesi comunitari che si sono pronunciati contro l’iniziativa inglese dell‘etichettatura a semaforo e hanno di fatto appoggiato la richiesta di procedura d’infrazione contro la Gran Bretagna, avanzata dall’Associazione europea dei produttori di carne e dalle Federazioni alimentari italiana, francese e spagnola. E, nella riunione del Collegio dei commissari tenutasi lo scorso 1 ottobre, solo 3 commissari hanno dato parere negativo all’avvio della procedura ufficiale. Eppure, rimarca Assolatte, da allora tutto si è fermato.

In occasione della visita ufficiale di Elzbieta Bienkowska, nuova commissaria Ue per il Mercato unico e le imprese, che sarà oggi e domani a Roma per incontrare il sottosegretario Gozi e i ministri Giannini, Guidi e Poletti, Assolatte rimarca l’importanza che la procedura d’infrazione riprenda immediatamente il suo corso e che venga espresso al più presto il secondo parere motivato, come previsto dall’iter comunitario.

Già nell’estate 2013 l'associazione aveva segnalato alle autorità e all’opinione pubblica il rischio dell’etichettatura a semafori e aveva lanciato l’allarme, raccolto e condiviso dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, e che ha spinto diversi  gruppi politici a presentare un'interrogazione parlamentare “trasversale” al Parlamento Europeo.

Assolatte si oppone a questo schema di etichettatura perché privo di consistenza scientifica e in contrasto con l’obiettivo di armonizzazione delle regole Ue in materia d’informazione ai consumatori. Inoltre Assolatte lo ritiene ingannevole poiché attribuisce il codice rosso a molti alimenti, senza tener conto delle loro specificità nutritive. E così molte eccellenze agro-industriali italiane, come il Parmigiano Reggiano, il Grana Padano, la mozzarella e il Gorgonzola, vengono etichettate con un semaforo rosso e questo ne svilisce gli elevati standard di qualità e l’indiscusso valore nutrizionale.