L’aumento delle accise sull’alcol rischia di mettere in ginocchio il settore dei distillati. A lanciare questo allarme è Antonio Emaldi, presidente di AssoDistil, l’associazione degli industriali distillatori.

La misura scatterà da domani e, stando ai calcoli sul primo impatto dell’incremento fiscale, su un litro di grappa o di qualsiasi altro distillato della tradizione italiana si pagheranno quasi 10 euro di accise, cui si aggiungerà l’Iva, appena innalzata al 22%.

Il comparto, composto perlopiù da piccole imprese a conduzione familiare e che vale nel complesso 1 miliardo di euro, già chiamato ad affrontare la crisi dei consumi ha, peraltro, reagito senza chiedere particolari sostegni alle istituzioni.

Secondo i dati del Ministero dell'Economia e delle Finanze, a partire dall’ultimo aumento dell’accisa nel 2006, per le casse statali il gettito annuo medio relativo agli alcolici è progressivamente diminuito. Nel 2012 si è addirittura raggiunto il “minimo storico” delle entrate derivanti dall’accisa sulle bevande alcoliche, con una decrescita del 22% rispetto al 2006, quando si è assistito al precedente incremento dell’imposta. E stando ai dati di fine giugno, si è già registrata un’ulteriore flessione delle entrate (- 5,4%), corrispondente ad una riduzione di 12 milioni di euro.