“Un passo importantissimo, ma è tempo di fare di più”. Antonio Emaldi, presidente di AssoDistil, l'Associazione nazionale dei distillatori, dopo la recente approvazione del decreto Milleproroghe, chiede ufficialmente di rivedere le norme fiscali sul pagamento delle accise da parte delle aziende che hanno subito un furto d'alcol.

Il decreto, passato al Senato pochi giorni fa, ha infatti stabilito il differimento al 31 dicembre 2017 della “pretesa tributaria nei confronti del soggetto obbligato al pagamento dell'accisa”. Inoltre impone di posticipare il pagamento della tassa “in attesa di apposita regolamentazione dell'estinzione della pretesa tributaria”. Un'apertura fondamentale nei confronti del comparto, che più volte in passato, ha richiesto la possibilità di “abbuono” delle imposte sull'alcol in caso di furto o rapina.  Fino ad oggi, “oltre al danno – aggiunge il presidente Emaldi – i distillatori dovevano sopportare anche la beffa di vedersi richiedere, da parte degli uffici fiscali, il pagamento dell’accisa come se il prodotto rubato fosse stato regolarmente venduto. Questa iniquità ha accelerato la chiusura di molte aziende, incapaci di corrispondere le somme dovute”.

La sospensiva del Milleproroghe fino al 2017 è ammessa soltanto in presenza di un procedimento penale già concluso e definito “alla data di entrata in vigore del decreto legislativo 29 marzo 2010, n. 48”, vale a dire il provvedimento di attuazione della direttiva 2008/118/CE sulle accise. Quindi, chi ha definito la propria posizione giudiziaria in ambito  penale dopo quella data non potrà avvalersi della norma. Il problema è che la disposizione esclude così un buon numero di imprese, colpite da furti e rapine, in rapido aumento negli ultimi anni.