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Visa: uno studio sull’impatto socioeconomico dei pagamenti digitali

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Visa: uno studio sull’impatto socioeconomico dei pagamenti digitali

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Vincenzo Lorusso

Visa ha presentato uno studio, il primo di questo tipo realizzato dalla società, che mostra come i pagamenti digitali possano avere un impatto in termini di efficienza economica e di creazione di un tessuto sociale più connesso e inclusivo.

Secondo questo studio, che delinea cinque trend chiave che stanno plasmando il futuro dei pagamenti - digital ID, miliardi di consumatori che si trasformano anche in potenziali venditori, servizi configurabili, embedded finance e intelligenza artificiale - gran parte della tecnologia per la loro realizzazione esiste già, ma non è distribuita in modo uniforme.

A riscontrare maggiori benefici dall’utilizzo dei pagamenti digitali saranno soprattutto le PMI. Secondo lo studio, oggi il 67% delle piccole e medie imprese europee accetta pagamenti con carte di credito o di debito e, sempre secondo quanto riportato, l’accettazione tramite carta o mobile potrà avere un impatto positivo sui loro profitti.

Offrire un’ampia libertà di scelta di pagamenti digitali contribuisce ad aumentare anche le opportunità di vendita. L’introduzione di Click to Pay, per esempio, potrebbe ridurre il tempo del check-out fino al 40% durante gli acquisti online, rendendo l’esperienza dei clienti più rapida e agevole. Infatti, questa soluzione consente di inserire i dati della carta di credito, debito o prepagata nell’app di pagamento solo la prima volta, in modo da poter poi pagare in seguito con un solo click su tutti i siti in cui è disponibile Click to Pay. Un rivenditore che adotta Click to Pay potrebbe aumentare i propri ricavi fino al 30%. Un risultato significativo che, per le PMI dell’Unione Europea e del Regno Unito, potrebbe generare un aumento annuale di 51 miliardi di euro nelle vendite via e-commerce.

Anche i pagamenti biometrici sono destinati ad accelerare, soprattutto in Italia, dove quasi 2 consumatori su 5 sono disposti a sostituire i propri oggetti di uso quotidiano con dispositivi a funzione biometrica. Sempre secondo lo studio, una volta divenuta di uso quotidiano e diffusa, la biometria potrebbe ridurre le frodi fino a 483 milioni di euro all’anno, mentre le PMI dell’UE e del Regno Unito potrebbero ottenere fino a 43 miliardi di euro di vendite aggiuntive all’anno, di cui il 5% solo in Italia.

I pagamenti digitali riducono inoltre il rischio di frodi e furti, grazie a sistemi di crittografia avanzati e tecnologie di autenticazione più sicure. La tracciabilità delle transazioni digitali garantisce una maggiore trasparenza, creando un ambiente economico più affidabile e più protetto per tutti gli attori coinvolti.

Ulteriori dati dello studio rivelano come l’adozione di strumenti digitali, quali l’intelligenza artificiale, possano aiutare i consumatori nella gestione delle proprie finanze, con un potenziale aumento dei risparmi tra i 130 e i 250 miliardi di euro all’anno in tutta Europa. Particolarmente ottimiste riguardo l’uso dell’IA sono le generazioni più giovani, soprattutto in Italia, dove il 44% delle persone tra i 18 e i 34 anni ritiene che questa tecnologia avrà un impatto positivo sul loro stile di vita. Inoltre, l’IA è considerata la chiave per sbloccare nuove opportunità imprenditoriali, con oltre la metà degli intervistati in Italia (52%) che ha dichiarato che prenderebbe in considerazione la gestione di un’attività online e/o la vendita di articoli online per ottenere qualche guadagno in più nel caso in cui l’IA potesse aiutarli ad avviarla.

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