In Europa, l'applicazione delle norme di concorrenza nel comparto alimentare - soprattutto nei settori della trasformazione e della produzione – negli ultimi anni ha dato esiti decisamente positivi, a tutti i livelli della filiera: dagli agricoltori ai fornitori, ai consumatori. È questo quanto reso noto, in una recente relazione, dall'Ecn (“European competition network”), ovvero dalla rete europea della concorrenza, di cui fanno parte la Commissione europea e le autorità garanti della concorrenza dei paesi membri.

Il risultato ottenuto è il frutto di un lungo lavoro di indagine, svolto dagli enti nazionali, su molti casi di trust, che hanno riguardato soprattutto i comparti della trasformazione e della produzione ma anche quelli della vendita al dettaglio.

A questo complesso e approfondito monitoraggio della situazione della concorrenza nel mercato alimentare, ha fatto seguito una serie di importanti interventi da parte degli organismi europei preposti: si è impedito, per esempio, il ricorso a pratiche di esclusione di agricoltori e fornitori concorrenti così come sono stati vietati alcuni cartelli per la fissazione dei prezzi o si è posto fine allo scambio di informazioni commerciali sensibili.

Perché l'impiego delle leggi sulla concorrenza nel settore alimentare sia ancora più fruttuoso, gli enti statali deputati stanno anche spingendo affinché venga introdotta una riforma della regolamentazione che preveda, da un lato, più normative in favorevole della crescita dei piccoli dettaglianti, dall'altra più leggi per combattere le pratiche commerciali scorrette.