Ogm: obbligatori anche in Italia

Ogm: obbligatori anche in Italia
- Information
Uno Stato europeo non può impedire la coltivazione di Ogm già approvati dalla Commissione europea. Lo ha deciso la Corte di Giustizia europea, che il 6 settembre ha assestato un duro colpo all'Italia, tradizionalmente contraria all'adozione di organismi geneticamente modificati sui propri campi.
La sentenza se l'è presa proprio col nostro paese: la Pioneer Hi-Bred (appartenente al gruppo DuPont) nel 2008 non ottenne l'autorizzazione dal Ministero italiano delle politiche agricole per coltivare i suoi ibridi di mais gm, appartenenti alla varietà M810. Si tratta di una coltivazione a quei tempi già iscritta nel Catalogo Comune Europeo, ma vietata dal governo italiano perché ancora mancavano le norme regionali di coesistenza e di salvaguardia delle specie autoctone e dell'ambiente.
In base a questa carenza normativa, il Mipaaf aveva deciso per tutto il paese il "no agli ogm", ma la Pioneer Hi-Bred aveva avviato un contenzioso passato dapprima dalla Giustizia amministrativa, poi al Consiglio di Stato, e infine alla Corte di Giustizia europea.
Il 26 aprile scorso l'avvocato generale Yves Bot, per conto della Pioneer, aveva già considerato illegittimo il provvedimento del Mipaaf ma venerdì è arrivata la sentenza definitiva da parte della Corte di Giustizia europea, con una pronuncia completamente a favore della Pioneer.
La sentenza se l'è presa proprio col nostro paese: la Pioneer Hi-Bred (appartenente al gruppo DuPont) nel 2008 non ottenne l'autorizzazione dal Ministero italiano delle politiche agricole per coltivare i suoi ibridi di mais gm, appartenenti alla varietà M810. Si tratta di una coltivazione a quei tempi già iscritta nel Catalogo Comune Europeo, ma vietata dal governo italiano perché ancora mancavano le norme regionali di coesistenza e di salvaguardia delle specie autoctone e dell'ambiente.
In base a questa carenza normativa, il Mipaaf aveva deciso per tutto il paese il "no agli ogm", ma la Pioneer Hi-Bred aveva avviato un contenzioso passato dapprima dalla Giustizia amministrativa, poi al Consiglio di Stato, e infine alla Corte di Giustizia europea.
Il 26 aprile scorso l'avvocato generale Yves Bot, per conto della Pioneer, aveva già considerato illegittimo il provvedimento del Mipaaf ma venerdì è arrivata la sentenza definitiva da parte della Corte di Giustizia europea, con una pronuncia completamente a favore della Pioneer.
Ti è piaciuto l'articolo?
Iscriviti alla newsletter e non perderti gli altri aggiornamenti.