Come segnalato nella relazione speciale numero 7/2012 della Corte dei Conti Europea, negli ultimi 20 anni il mercato vitivinicolo del vecchio continente si è contraddistinto per un progressivo calo dei consumi e, come conseguenza, per una costante eccedenza della produzione di vino. Per invertire questo trend, già dal 2008 la comunità europea ha introdotto una riforma dell'organizzazione del mercato in esame, i cui aspetti più importanti hanno riguardato le attività di estirpazione, ristrutturazione e riconversione dei vigneti.

Queste misure, però – sottolinea la relazione speciale 7/2012 - non sono state sufficienti a dare nuovo slancio al settore. Da un lato, le operazioni di estirpazione dei vigneti hanno ridotto solo parzialmente la produzione di vino: non si è riusciti, cioè, a limitarne l'eccedenza, obiettivo alla base dell'iniziativa. Dall'altro lato, anche se gli interventi di riconversione dei vigneti hanno portato dei benefici ai produttori in termini di incrementi delle rese, ciò non ha avuto effetti significativi sulla crescita dei consumi. Per tali ragioni, la Corte dei Conti Europea (Cce) ha sviluppato una serie di suggerimenti atti a migliorare l'efficacia dell'attuale riforma del comparto vitivinicolo comunitario.

Molte le indicazioni della Cce, a partire da quella che invita, qualora si dovessero introdurre ulteriori misure di estirpazione, ad evitare di sradicare i vigneti ammodernati. Interessante anche la proposta di definire in maniera più precisa e puntuale l'elenco delle operazioni di ristrutturazione ammissibili (a tutt'oggi, questo lavoro non è ancora stato fatto). Vedremo nei prossimi tempi se, e in che proporzione, i consigli della Cce verranno accolti dalla Commissione Europea.