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Il balletto delle aperture domenicali

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Redazione
La liberalizzazione a 360° delle aperture e degli orari delle attività commerciali e di somministrazione di alimenti e bevande, prevista dalla finanziaria, sta facendo molto discutere sia i sindacati che gli stessi operatori del mondo della distribuzione. Tant'è, per esempio, che associazioni come Confcommercio e Confesercenti sono contrarie al provvedimento mentre Confimprese, Federturismo e Federdistribuzione sono a favore: insomma la tensione è alta e le perplessità in merito alla nuova risoluzione sono molte.

Certamente la liberalizzazione delle aperture comporta dei cambiamenti non da poco. Da un lato, per le aziende pro liberalizzazione, il decreto consentirà di programmare e organizzare meglio il lavoro del personale, mentre prima la gestione dei turni dei lavoratori era più difficile a causa della saltuarietà delle aperture domenicali.

Dall'altro lato, i sindacati temono le conseguenze della misura sull'organizzazione del lavoro degli oltre 3 milioni di lavoratori coinvolti. É vero comunque che, secondo quanto prescritto dall'articolo 141, il personale che dovrà lavorare nella giornata festiva avrà comunque diritto al recupero del giorno di riposo settimanale. In più, il contratto collettivo nazionale dei lavoratori (ccnl) ha introdotto una maggiorazione del 30% sulla quota oraria della normale retribuzione per ciascuna ora di lavoro prestata di domenica.

Detto questo, va aggiunto, comunque che sino ad oggi le aperture domenicali effettuate dalle catene distributive non hanno portato a una crescita dell'occupazione stabile, quanto piuttosto di quella flessibile: dunque sono pochi i vantaggi reali apportati dalla manovra ai lavoratori. Ma il problema non riguarda solo i lavoratori. Le associazioni contrarie alla risoluzione, infatti, ritengono che le aperture nei giorni festivi non abbiano poi molto a che vedere con le misure anti-crisi, nel senso che, per ridare fiducia ai consumatori, l'apertura domenicale non basta. Di certo, inoltre, il provvedimento non aiuterà il dettaglio tradizionale, già piuttosto penalizzato, in questi anni, dal costante sviluppo della Gdo.

Insomma un mare di contraddizioni e perplessità: infatti le più recenti notizie di stampa parlano oggi di aperture straordinare che saranno limitate alle pure località turistiche.
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