Consumatori? Poveri ma intelligenti

Consumatori? Poveri ma intelligenti
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L’indice di fiducia del consumatore è in caduta libera e, mentre per l'Europa in generale si attesta su 74 punti, da noi si ferma a quota 52. L'Italia, dopo il calo di 16 posizioni nell'ultimo quarter del 2010, ne perde ancora 3. Più pessimisti di noi ci sono gli Ungheresi, i Portoghesi, i Croati, i Rumeni e i Greci, mentre francesi e spagnoli viaggiano su 56 punti. Nel mondo i più ottimisti sono gli indiani, con un indice di 121.
Le strategie adottate dagli italiani per risparmiare sono, nell'ordine, comprare meno abbigliamento (62%), ridurre i pasti fuori casa (58), tagliare i costi per l'intrattenimento extradomestico (57), ma, quello che qui più interessa, acquistare marchi alimentari più economici (52), un trend, quest'ultimo, destinato, secondo il 22% a protrarsi anche nel 2012.
Fra le tendenze emergenti nella popolazione ci sono fenomeni che hanno a che vedere con la riscoperta del consumo in famiglia, preferito all'out of home, in quanto più economico; ma ci sono anche tendenze come la riduzione dei tempi di preparazione dei cibi – cosa che spiega il proseguimento dei successi di surgelati e prodotti ad alto contenuto di servizio, nonostante prezzi unitari più elevati -, la crescita degli alimenti etnici a svantaggio di alcune merceologie più classiche come la pasta (che non a caso è in leggera sofferenza), l'attenzione per i cibi rispettosi delle intolleranze alimentari.
Il quadro è abbastanza chiaro da sé, ma volendo tirare le somme, il ritratto che ne vien fuori è quello di un consumatore non depresso, ma reattivo, che sa quello che vuole, che pretende assortimento, servizio, convenienza, sfiduciato e per questo critico, sempre più “connesso” e dunque sempre più informato.
Le strategie adottate dagli italiani per risparmiare sono, nell'ordine, comprare meno abbigliamento (62%), ridurre i pasti fuori casa (58), tagliare i costi per l'intrattenimento extradomestico (57), ma, quello che qui più interessa, acquistare marchi alimentari più economici (52), un trend, quest'ultimo, destinato, secondo il 22% a protrarsi anche nel 2012.
Fra le tendenze emergenti nella popolazione ci sono fenomeni che hanno a che vedere con la riscoperta del consumo in famiglia, preferito all'out of home, in quanto più economico; ma ci sono anche tendenze come la riduzione dei tempi di preparazione dei cibi – cosa che spiega il proseguimento dei successi di surgelati e prodotti ad alto contenuto di servizio, nonostante prezzi unitari più elevati -, la crescita degli alimenti etnici a svantaggio di alcune merceologie più classiche come la pasta (che non a caso è in leggera sofferenza), l'attenzione per i cibi rispettosi delle intolleranze alimentari.
Il quadro è abbastanza chiaro da sé, ma volendo tirare le somme, il ritratto che ne vien fuori è quello di un consumatore non depresso, ma reattivo, che sa quello che vuole, che pretende assortimento, servizio, convenienza, sfiduciato e per questo critico, sempre più “connesso” e dunque sempre più informato.
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