Tra le recenti misure approvate dal Consiglio dei Ministri all’interno di quello che è già stato soprannominato “Decreto Salva-Italia” segnaliamo anche la normativa che stabilisce la libera vendita dei farmaci in fascia C, ovvero di tutti quei medicinali che, pur necessitando di prescrizione medica (foglietto bianco) non rientrano nella categorie delle medicine essenziali o "salvavita". br />
Stiamo parlando, cioè, di medicine che servono per curare patologie di lieve entità o considerate minori e che sono interamente a carico dell'acquirente e dunque non rimborsabili dal Servizio Sanitario Nazionale (come accade, invece, per i farmaci in fascia A, per i quali serve il tradizionale foglietto rosso con il codice a barre).

Cosa comporta la liberalizzazione delle medicine in fascia C? Innanzitutto consente alle parafarmacie e ai corner parafarmaceutici della Gdo di ampliare la propria gamma di medicinali, che non si limiteranno più solo ai farmaci da banco senza ricetta medica ma includerà, appunto, tutte le medicine di fascia C. Conseguentemente, le catene distributive possono attendersi, per i prossimi tempi, un incremento delle vendite nel segmento medicinali liberalizzati.

Naturalmente, la novità non piace affatto alla farmacie. Queste ultime, infatti, da un lato si trovano a perdere il monopolio dei farmaci di fascia C, dall’altro si vedranno costrette a ritarare i prezzi dei medicinali in questione, affinché siano in linea con quelli proposti in grande distribuzione, tradizionalmente più concorrenziali.