Vendite al dettaglio, senza lo shopping di Pasqua a marzo -4,2%

Vendite al dettaglio, senza lo shopping di Pasqua a marzo -4,2%
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Marzo freddo per le vendite al dettaglio, ma pesa la variabile Pasqua, quest’anno arrivata in aprile. Le stime preliminari di Istat segnano a marzo 2025 un calo dell’2,8% a valore e del 4,2% a volume rispetto a un anno fa.
I mancati acquisti di Pasqua (nel 2024 arrivata in marzo) incidono di più sui beni alimentari: -4,2% a valore e -6,7% a volume. Meno sul non food: -1,4% a valore e -2,1% a volume. Su base mensile il calo è contenuto a -0,5% a valore e a volume.
Il valore delle vendite al dettaglio è in flessione per tutte le forme distributive: la grande distribuzione (-2,6%), le vendite delle imprese operanti su piccole superfici (-3,1%), le vendite al di fuori dei negozi (-4,7%) e il commercio elettronico (-1,3%).
Disaggregando i dati, le vendite al dettaglio calano nel canale ipermercati dello 0,1% e nei super dello 1,2% mentre aumentano nel discount dell’1,3%.
Clima di fiducia depresso
Secondo Mariano Bella, direttore dell'ufficio studi Confcommercio, "al netto dell’effetto Pasqua non mancano elementi di preoccupazione, che interessano il permanere di una situazione difficile per molti segmenti di consumo (abbigliamento e calzature tra tutti) e per la distribuzione tradizionale. In questo contesto il deterioramento del clima di fiducia delle famiglie rende ancora più incerta e complessa l’uscita da questa fase, con il rischio di rinviare l’auspicata ripresa della domanda e limitare le prospettive di crescita per il 2025".
Fededistribuzione concorda sul clima di incertezza nei consumatori e nelle imprese,
alimentata anche da uno scenario geopolitico sempre più complesso. "Il rischio di
potenziali criticità legate alle politiche sui dazi, con possibili impatti sulle filiere produttive e
sul commercio internazionale, non contribuisce a intravedere nel breve termine prospettive di
ripresa dei consumi, un fattore centrale per la crescita del Paese".
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