Un mese da dimenticare per le vendite al dettaglio. Le stime preliminari di Istat segnano a febbraio un calo dell’1,5% a valore e del 2,5% a volume rispetto a un anno fa. Da notare che a febbraio i prezzi al dettaglio sono aumentati “solo” dell’1,6% su base tendenziale.

In decisa contrazione sia le vendite degli alimentari (-0,4% a valore e -2,9% a volume) sia del non food (-2,2% a valore e -2,4% a volume). Tutte le categorie di prodotto si contraggono a valore, ad eccezione dei prodotti per la cura della persona (+1,7% dato annuale).

Riguardo alle forme distributive, sono tutte in calo: Gdo registra -0,5% a valore su base annuale, i piccoli negozi -1,2% e il commercio elettronico -2,8%. Spacchettando i dati, le vendite al dettaglio crescono a valore nel canale ipermercati dello 0,5%, calano nei super dello 0,2% e aumentano nel discount dello 0,4%.

Consumi sotto il 2022
Secondo il direttore dell'ufficio studi Confcommercio, Mariano Bella, "siamo in presenza dell’ennesima conferma della debolezza dei consumi. Al di là del confronto annuo, falsato sui dati grezzi dal diverso numero di giorni di calendario, sono le dinamiche congiunturali dei volumi destagionalizzati a evidenziare il blocco della spesa delle famiglie".
Poi aggiunge: "Al netto di modeste oscillazioni mensili, le vendite sono ferme ai livelli del terzo trimestre del 2023, peraltro già allora al di sotto dei valori di fine 2022. Questa condizione di prolungata riduzione della propensione al consumo ha impattato in misura fortemente negativa sulle piccole imprese del commercio e sui segmenti di consumo più maturi. E adesso comincia a riverberarsi anche sulle altre tipologie distributive, con importanti segnali di rallentamento anche per il commercio elettronico.

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