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Il non food tiene

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Redazione
Il non alimentare occupa un ruolo di grande di rilievo nell’economia della grande distribuzione moderna - sia despecializzata che specializzata - e rappresenta un comparto in continua evoluzione a livello di offerta e dalle interessanti possibilità di sviluppo. br />
Ma qual è lo stato attuale del non food? E’ possibile tracciare una mappa aggiornata del settore? A queste e ad altre domande ha risposto nei giorni scorsi Indicod-Ecr, presentando i risultati della sesta edizione dell’Osservatorio Non Food.

I consumi dei prodotti non alimentari considerati nell’Osservatorio - abbigliamento e calzature, elettronica di consumo, edutainment, bricolage e fai da te, mobili e arredamento, articoli per lo sport, giocattoli, prodotti per profumeria e ottica - confermano anche per il 2007 il loro trend di crescita, pari a +1,9%. Si tratta però di un incremento un po’ ridotto se paragonato a quello del 2006, che era stato di +2,6 punti percentuali.

Il comparto presenta nel complesso una situazione disomogenea. Analizzando le quote di mercato, si assiste a un sostanziale consolidamento sia per le grandi superfici specializzate che per le grandi superfici alimentari.

Nel lungo periodo - 2007 vs 2003 - le prime hanno raggiunto quote superiori al 30% in diversi comparti e i più dinamici sono stati l’elettronica di consumo, l’abbigliamento e l’edutainment. Per le gsa, invece, giocattoli, piccoli elettrodomestici, edutainment e cancelleria hanno registrato le performance migliori.

Analogamente a quanto avvenuto in altri Paesi, anche in Italia le catene distributive che operano con ipermercati e supermercati stanno diversificando verso i servizi: attualmente si concentrano sulla telefonia, dove alcune insegne hanno lanciato la propria sim, e sui servizi on line, come il noleggio di dvd e la stampa di fotografie.

Dall’Osservatorio di Indicod-Ecr emergono anche quattro tipologie di shopper ben distinte. Gli speculativi hanno un’elevata frequenza di acquisto dei beni e prendono in considerazione una pluralità di punti vendita. Associano invece un’elevata frequenza di acquisto a una forte fedeltà i selettivi. Comperano ogni tanto e prima visitano diversi punti vendita i “clienti per caso” e acquistano raramente e si rivolgono a un punto vendita di riferimento i non abituali.
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