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Il 31% dei ricavi del settore fashion arriva dagli acquisti online

Presidente Netcomm Roberto Liscia
Presidente Netcomm Roberto Liscia

Il 31% dei ricavi del settore fashion arriva dagli acquisti online

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redazione

Il 31% dei ricavi del settore fashion a livello mondiale arriva dagli acquisti online, con le spese da mobile che pesano più della metà (63% del totale online), e aumenteranno del 9,5% (Cagr) tra il 2023 e il 2029 sia nella sottocategoria dell’abbigliamento, sia in quelle degli accessori e delle calzature.

Nel 2024, il mercato del retail della moda rimane stabile, con una stima di aumento dei ricavi pari al 3% e un valore di 1.790 miliardi di dollari nel 2024, mentre, nello stesso anno, il canale online segna un incremento del 12,5%, pari a 4 volte la percentuale di crescita dell’offline.

Secondo le analisi di Netcomm, in Italia le aziende stanno stanziando ingenti investimenti per migliorare l’esperienza di acquisto online, puntando in particolare sull’ampia scelta (determinante per il 38% degli acquirenti), e sull’acquisto facile, veloce ed efficiente (determinante per il 27,7% degli utenti).

Sono queste le principali evidenze emerse oggi durante l’undicesima edizione di Netcomm Focus Fashion & Lifestyle dal titolo “Leading customer experience: esperienze aumentate, personalizzate, live e omnicanale”. L’evento, tenutosi a Milano, è stato realizzato in collaborazione con Veepee, tra i principali attori dell'e-commerce in Europa, e ha coinvolto oltre 1.500 partecipanti tra imprenditori e manager del settore per scoprire come le aziende del Fashion & Lifestyle stanno investendo sulle tecnologie avanzate per cogliere le opportunità offerte dall’innovazione tecnologica.

 «I dati e i trend che abbiamo osservato oggi dimostrano che i brand della moda oggi non possono più prescindere dal digitale. Il settore del fashion è caratterizzato da un’incidenza degli acquirenti online stabile tra il 33% e il 36% ed è dominato dalla generazione dei Millennials, che costituisce circa il 40% di tutte le vendite di moda online. In quest’ottica, l’omnicanalità e l’integrazione di tecnologie avanzate si presentano come sfide critiche per i brand di moda nel 2024, ma anche come elementi essenziali per garantirsi la fiducia dei clienti e mantenere margini di profitto adeguati. Le aziende che hanno incrementato gli investimenti in tecnologia per ottimizzare la gestione dell'inventario e per l'integrazione dei canali di vendita hanno visto un aumento del rating di soddisfazione dei clienti, nonché un incremento nelle vendite totali. Questi risultati incentivano sempre più l’utilizzo degli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia avanzata come l’AI, in particolare per quanto riguarda l’analisi dei dati e delle prestazioni e lo studio dei trend finalizzato allo sviluppo di servizi innovativi. L’obiettivo è quello di favorire interazioni significative e un’esperienza di acquisto altamente personalizzata e fluida, elementi determinanti per il commercio digitale del presente e del futuro», ha commentato Roberto Liscia, Presidente di Netcomm.

Il macro-settore Fashion & Lifestyle registra invece una crescita e una prospettiva di ulteriore miglioramento, se analizzato dal punto di vista delle vendite tramite i canali online (+9,5% - CAGR - dal 2024 al 2029. Su scala globale, il miglioramento dell'esperienza di shopping online ha il maggiore impatto sull'aumento dei ricavi; tendenza che si verifica anche in Italia, come

Nel mercato Fashion & Lifestyle, i brand del lusso soffrono particolarmente la pressione dovuta all’inflazione e alle attuali incertezze economiche globali. Nel primo semestre del 2024 i ricavi dei brand di lusso hanno evidenziato un periodo complesso, con un evidente stagnazione e un calo delle vendite mediamente oltre il 10% rispetto all’anno precedente.

Il contesto attuale impone ai brand di sviluppare strategie di vendita e comunicazione efficaci per capitalizzare le potenzialità del digitale. In primo luogo, i marketplace si configurano come un canale sempre più rilevante nelle strategie commerciali dei brand: la distribuzione dei marketplace è infatti articolata su diversi assi - dal settore generalista al settore verticale - e i marchi sono tenuti a gestire una mappa complessa per ideare strategie commerciali efficaci. In Europa il 29% delle vendite fashion online passa dai marketplace, e l’Italia, insieme al Belgio, registra il maggior numero di vendite tramite questo canale.

Anche lo sviluppo del social commerce si configura come un asset rivoluzionario per il settore della moda. Nel 2024 le vendite nell’ambito del fashion tramite social sono aumentate notevolmente, con piattaforme come Instagram e TikTok che guidano la crescita, in particolare quest’ultima, che detiene già l’1,4% del mercato fashion online nel Regno Unito.

La sostenibilità, infine, si pone come un elemento cruciale che merita di essere preso in considerazione nella fase di pianificazione strategica di sourcing, produzione e marketing. Oggi il contrasto tra modelli di business quali il Second Hand e il Fast Fashion è sempre più evidente, con un numero crescente di consumatori che affermano di voler evitare l’acquisto di brand che non adottano pratiche sostenibili. Il Second Hand sta infatti prendendo piede nel mercato europeo e internazionale, con il suo apice di crescita e diffusione in Francia, che registra il 18,1% delle vendite online, e un decollo in Italia con l’8,6% delle vendite online.[10]

L’AI e le tecnologie avanzate affiancano i retailer del settore della moda nella gestione di attività strategiche e operative, con l’obiettivo di rendere l’esperienza d’acquisto sempre più adattiva e fluida.  In termini di costi e di redditività l’AI porterà evidenti benefici, in particolare nell’ambito delle attività legate al marketing e al customer service nonché, con tempi più lunghi, nella gestione della supply chain, nella pianificazione logistica, nel product design e nelle analisi di dati e di mercato. In Italia numerose aziende del settore fashion stanno progressivamente integrando le tecnologie dell’AI nelle loro attività. Netcomm osserva come  i retailer italiani stiano già sfruttando l’intelligenza artificiale per analizzare dati del negozio, offrendo una visione approfondita delle prestazioni e delle tendenze di consumo, per ottimizzare le strategie di pubblicità, per gestire e ottimizzare gli inventari e per supportare l’interazione con i clienti. Molte  aziende stanno inoltre sfruttando l’Intelligenza Artificiale per generare raccomandazioni personalizzate basate sul comportamento e le preferenze dei clienti, affidandosi anche all’AI conversazionale e al linguaggio naturale (NLP) per migliorare le interazioni con gli utenti.

L’AI costituisce inoltre un elemento di supporto nella gestione della catena di approvvigionamento. Per i retailer è infatti fondamentale per elaborare una previsione della domanda, con l’obiettivo di ottimizzare le procedure di approvvigionamento.

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