L’industria degli integratori alimentari, filiera d’eccellenza nazionale, crea un prodotto di qualità, funzionale al mantenimento dello stato di salute delle persone, abitualmente consigliato dal medico, figura di riferimento per il 42% dei consumatori, e dal farmacista, riferimento per il 32% dei consumatori nella scelta di utilizzare queste referenze.

Una fiducia che si concretizza nell’aumento delle prescrizioni mediche e nei dati relativi alla Farmacia che rappresenta l’86% del mercato nazionale valutato in 3,3 miliardi di euro, seguita da Parafarmacia e Gdo, che coprono rispettivamente l’8,6% e il 5,4%.

Nel 2018, secondo dati IQVIA Medical Audit per FederSalus, si contano 26 milioni di prescrizioni mediche, in crescita del 30% negli ultimi due anni. Gli integratori alimentari rientrano dunque a pieno titolo nella pratica clinica del medico e in particolare dei dottori di medicina generale (24%), dei pediatri (16%), degli ortopedici (15%) e dei ginecologi (14%), tra le principali categorie che ne consigliano l’utilizzo ai propri pazienti.

La farmacia è il principale canale di distribuzione: una tutela per il consumatore che acquista prodotti notificati dal Ministero della Salute, realizzati secondo buone pratiche di fabbricazione (GMP). Le categorie di integratori con funzionalità più specifiche rappresentano oltre il 50% del totale mercato; tra le voci principali si registrano i probiotici, i regolatori del colesterolo, i prodotti per il sistema urinario e quelli per lo stomaco.

A rilevare questo scenario i dati emersi dalla quarta indagine di settore “La filiera italiana dell’integratore alimentare” a cura del Centro Studi FederSalus. La fotografia, esclusiva a livello nazionale ed europeo, mostra che le circa 200 aziende associate a FederSalus realizzano un prodotto dall’elevato profilo qualitativo contribuendo inoltre alla crescita del Paese. La stima relativa al fatturato industriale del settore dell’integratore alimentare risulta pari a 1,33 miliardi di euro, in aumento del 12% rispetto all’indagine dell’anno precedente, per un totale di 11.509 addetti.

La filiera è composta da produttori di materie prime, aziende di produzione in conto terzi e aziende a marchio proprio sul mercato di consumo. Un ruolo importante è quello svolto dal contract manufacturing, modello di produzione prevalente, fiore all’occhiello del made in Italy, utilizzato in Italia da importantissime multinazionali farmaceutiche. Per oltre il 73% delle realtà rispondenti la produzione di integratori alimentari è realizzata in Italia.

Le imprese che hanno aderito all’indagine si mostrano molto dinamiche e volte all’innovazione, con investimenti complessivi pari a circa l’11% del fatturato. Gli investimenti riguardano soprattutto impianti e nuovi macchinari, ricerca e sviluppo, tecnologie e formazione che rappresentano il 72% degli investimenti realizzati nel 2017. Le aziende italiane guardano con favore anche ai mercati internazionali con il 22% delle imprese che esporta oltre un quarto del fatturato. Sul fronte dell’internazionalizzazione vi sono ampi margini di miglioramento, se si considera che per il 53% delle realtà aziendali l’incidenza del fatturato estero sul totale è minore del 25% e che il 25% non esporta.

«FederSalus vuole favorire lo sviluppo industriale nel lungo termine, in un contesto normativo in grado di valorizzare l’identità specifica dell’integratore rispetto all’alimento ed il suo ruolo per la salute ed il benessere delle persone – spiega Marco Fiorani, presidente FederSalus -. Per continuare a creare occupazione e innovazione e quindi crescita, il settore necessita di criteri di valutazione di sicurezza ed efficacia specifici per l’integratore a livello europeo. La mancata armonizzazione regolatoria nella UE è un freno alla libera circolazione dei prodotti e quindi alle esportazioni delle aziende italiane, che sono un riferimento di qualità nel mondo. Molto è ancora da fare in questa direzione e FederSalus sta attivando un desk internazionalizzazione, in collaborazione con Ice – Italian Trade Agency, per supportare le aziende verso i mercati esteri. Nel 2019, attraverso l’organizzazione di incontri BtoB con operatori internazionali e di collettive nei più importanti eventi mondiali del comparto, l’associazione sarà a Ginevra, a Tokyo e a Chicago».