Formaggi delattosati: vendite per 57 mln di euro in Gdo
Formaggi delattosati: vendite per 57 mln di euro in Gdo
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Sono stati uno dei fenomeni più significativi nel panorama recente del settore alimentare italiano: i formaggi delattosati, arrivati sul mercato quasi in sordina, nell’arco di pochi anni sono diventati una presenza stabile nella lista della spesa degli italiani.
E oggi, secondo le elaborazioni di Assolatte, generano oltre 57 milioni di euro di vendite nella Gdo per un volume superiore a 5,7 milioni di kg.
Il successo si deve a un mix di fattori. Il primo è la capacità delle aziende casearie di proporre prodotti buoni e digeribili, che ripropongono il sapore, la consistenza e il piacere dei formaggi a cui gli italiani sono abituati e a cui non vogliono rinunciare.
Il formaggio delattosato più acquistato dagli italiani resta la mozzarella, che rappresenta quasi 1/3 di tutto il mercato sia a valore sia a volume. In tutte le sue varianti di formato e confezione, la mozzarella delattosata continua a crescere e si aggiudica il titolo di best performer dell’anno: nell’anno finito a maggio 2019, le vendite di mozzarelle delattosate sono aumentate del 5,2% a valore e del 7,2% a volume.
Al secondo posto della classifica per vendite si posizionano i formaggi spalmabili, che nei 12 mesi analizzati da Assolatte sono ulteriormente aumentati del 3,2% a valore e del 4,1% a volume. La “famiglia” dei formaggi morbidi e cremosi, come stracchino e crescenza, occupa il terzo gradino e piace sempre di più, visto che, in un anno, gli italiani ne hanno comprato il 3,9% in più aumentando del 5,3% la spesa per l’acquisto.
L’analisi dei canali distributivi rivela che quasi il 45% della spesa per acquistare i formaggi delattosati transita nei supermercati contro il 22% circa degli ipermercati e il 14% del libero servizio. Il secondo canale per volumi, ma il primo per crescita, è il discount, dove si concentrano oltre il 27% dei volumi totali di prodotti delattosati. In un anno il discount ha visto aumentare le vendite di formaggi senza lattosio del 3% a volume e del 6,6% a valore (dove ha una quota del 20%), confermandosi così il format distributivo più dinamico nel mondo alimentare italiano.
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