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Vino e Gdo, in 9 mesi volumi -1,4% e valore +1%

Vino e Gdo, in 9 mesi volumi -1,4% e valore +1%

Vino e Gdo, in 9 mesi volumi -1,4% e valore +1%

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Emanuele Scarci

Meno vino nel carrello della spesa e uno scontrino più salato. Ma la forbice valore/volumi nella distribuzione moderna tende lentamente a chiudersi rispetto al biennio 2022/23.

Nei primi 9 mesi dell’anno le vendite a volume di vino sono scese dell’1,4%, dal -3,6% dell’analogo periodo del 2023. Il valore invece è stato di 3,1 miliardi di euro: +1%, dal +2,9% dell’anno scorso. Sono questi gli ultimi dati forniti da NielsenIQ in occasione del Carrefour Day, nell’ambito della manifestazione Milano wine week.

“Nell’off-trade le bollicine stanno risollevando le sorti della categoria vino grazie a vendite molto sostenute - ha detto Eleonora Formisano, client business partner di NielsenIQ -. Mentre nell’Horeca, i consumatori si dividono in modo equilibrato tra chi preferisce il vino e chi le bollicine e 1 su 5 apprezza entrambi”.
Gli spumanti sono poi trainati anche dalla mixology: tra i primi 10 cocktail, 4 contengono vino spumante, di cui 3 sono spritz.

Tavolo Gdo, Horeca e produttori

Lorenzo Cafissi, head of beverage Carrefour Italia, ha sottolineato che ”sono ormai diversi anni che lavoriamo con partner come Milano wine week e altre aziende della Gdo: crediamo fortemente nel valore aggiunto che il segmento vini può dare, sia ai consumatori abituali che ai nuovi”.
Poi ha aggiunto: “Il commercio del vino ha subito dei grandi cambiamenti nel corso degli anni e oggi  è necessario trovare un modo per aprire le porte e avvicinare anche i consumatori più giovani, prendendo anche spunto da ciò che avviene all’estero. Credo sia evidente la disponibilità e la volontà da parte dei produttori di fare qualcosa con retailer come Carrefour, è necessario creare un tavolo di lavoro con Gdo e Horeca, non possiamo permetterci che il vino perda valore”. 

“I dati di NielsenIQ non sorprendono - è intervenuto Mario Piccini, contitolare di Piccini 1882, grande fornitore della Gdo -. Noi siamo stati “costretti” a investire nel Prosecco per inseguire il trend. I giovani danno per scontato che il vino sia un prodotto naturale e in questo modo nelle bollicine si è risolto il problema della comunicazione. Contrariamente al rosso che ha bisogno di comunicare il vitigno, il territorio e l’affinamento”. 

Giovani e mixology

Francesco Scarcelli, head of beverage di Coop Italia, ha sottolineato che “i consumi pro capite di vino non sono cambiati. Sono cambiate le preferenze per le bollicine. Il Prosecco ha il merito di aver destagionalizzato gli acquisti e gli spumanti si consumano a tutto pasto. Quanto ai giovani, preferiscono una bevuta facile e puntano sui miscelati. Rimangono lontani dagli impegnativi vini rossi”.
Retailer e produttori tuttavia sottovalutano la variabile prezzo che nel biennio 2022/23 si è abbattuta sulle vendite e penalizzando, in particolare, giovani e famiglie. E anche quest’anno, come emerge dai dati NielsenIQ, la crescita (sia pure minima) del valore del venduto è stata ottenuta a fronte di un altro calo dei volumi. “In realtà i produttori di vino - ha osservato Scarcelli - sono stati gli unici che nel 2022 hanno presentato un solo listino e ora non possono ovviamente abbassare i prezzi”.

“I costi di produzione - ha ribadito Piccini - non permettono di tornare indietro sui prezzi. Dagli imballaggi al vetro, ma soprattutto il calo della produzione dell’anno scorso sono diventati ostacoli insormontabili”.       

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