Newlat punta a 3,3 miliardi di ricavi nel 2030. Nel mirino Plasmon

Newlat punta a 3,3 miliardi di ricavi nel 2030. Nel mirino Plasmon
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Newlat cambierà nome e diventerà NewPrinces group. Intanto nel 2024 il gruppo alimentare ha concluso l’esercizio con ricavi consolidati di 2,77 miliardi di euro, in linea con l’esercizio precedente. L’Ebitda è di 117,6 milioni (il 6,4% dei ricavi) e l’utile di 142,3 milioni. Il debito netto ammonta a 346 milioni (leva finanziaria 1,96 volte).
Durante la presentazione a Piazza Affari del piano al 2030, il presidente Angelo Mastrolia ha sottolineato che “la società è riuscita in un anno a ridurre di 90 milioni il debito netto grazie alle sinergie del gruppo e alle opportunità del cross selling. Nel 2025 puntiamo a un fatturato superiore a 2,8 miliardi e un Ebitda fra 210 e 220 milioni.”
Tre driver
La società ha poi confermato gli obiettivi di raggiungere i 3,3 miliardi nel 2030 grazie a tre driver: innovazione di prodotto, aumento del contributo delle vendite di prodotti di marca ai ricavi totali e aumento della durata media dei contratti di private label. L'azienda punta poi a raggiungere un fatturato di 5 miliardi, inclusi eventuali contributi aggiuntivi di crescita esterna. Tra le possibili acquisizioni Plasmon di proprietà di Kraft Heinz.
“Noi guardiamo con molto molto interesse a tutto il mondo food – ha detto Mastrolia - senza peraltro escludere l’ingresso in settori alternativi come il personal care e altri. Il modello di business a cui guardiamo tra le multinazionali è simile a quello di Unilever, che ha prodotti che spaziano dal gelato al bagnoschiuma”.
Il direttore finanziario Fabio Fazzari ha aggiunto che “i deal su cui il gruppo è impegnato riguardano un target di 300 milioni di ricavi: uno in Francia nel comparto degli alimenti non deperibili e un altro in Svizzera. Rientrano anche settori non presenti nel portafoglio del gruppo”.
Olio, drink e Pl
Nel 2024 il gruppo Newlat ha realizzato il 23% del giro d’affari nel food, il 17% nel fish e il 13% ciascuno nell’olio e nei drink. Il 44% del fatturato ha riguardato le private label, il 36% la Gdo e il resto fra normal trade, B2b e food service.
Circa il 54% dei ricavi è stato prodotto nel Regno Unito, poi Italia, 16%, Germania, 7%, e altri paesi, 23%.
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