Via all’iter per la pasta Sicilia Dop. La pasta verrà prodotta nell’isola con il grano duro locale e avrà la Denominazione di origine protetta. L’iniziativa parte dal Consorzio regionale di ricerca Ballatore ma l’iter burocratico prevede il sì del ministero delle Politiche agricole e dopo quello di Bruxelles. L’iniziativa è sostenuta oltre che dalla Regione anche da una quarantina di imprese, di cui una ventina di pastifici.

Perché imbarcarsi in questo lungo iter? I promotori e la Regione siciliana guardano al successo della pasta di Gragnano Igt e alla grande produzione cerealicola siciliana (potenziale produttivo di grano di circa 250 mila ettari), per lo più ceduta ai brand nazionali per poche decine di centesimi al kg. La pasta Sicilia Dop potrebbe seguire la scia di successo del vino e dell’olio made in Sicily.

Strada tracciata

L’Indicazione geografica protetta della Pasta di Gragnano tutela solo la trasformazione del grano duro in pasta e non obbliga le aziende ad utilizzare solo grano italiano. In Sicilia con il marchio Dop invece la pasta dovrebbe essere ottenuta solo da grano duro siciliano trasformato nell’isola, pregiato sotto il profilo sanitario, grazie al clima secco e soleggiato che impedisce la proliferazione di muffe.
Nel 2023 il business della pasta di Gragnano Igt (che conta su un Consorzio di tutela) ha registrato un volume produttivo di 97 mila tonnellate per un vale alla produzione di di produzione di 273 milioni di euro con un export di quasi il 40%. La denominazione è la decima italiana per valore.