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Funivia delle mele al via: Melinda lancia un’opera unica al mondo

Funivia delle mele al via: Melinda lancia un’opera unica al mondo

Funivia delle mele al via: Melinda lancia un’opera unica al mondo

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Redazione

In Trentino avviato l’impianto per il trasporto della frutta nei magazzini di roccia nel cuore delle Dolomiti: eviterà oltre 5.000 viaggi su gomma all’anno

"Per noi agricoltori quest’opera rappresenta un grande motivo di orgoglio, oltre che un esempio virtuoso di risorse del PNRR ben investite”. Con queste parole Ernesto Seppi, presidente del Consorzio Melinda e di APOT, ha salutato, alla fine di agosto, in corrispondenza con la raccolta, il primo storico viaggio compiuto dalle cabine di un impianto davvero sorprendente: la Funivia delle Mele. Un gioiello tecnologico destinato a rivoluzionare la logistica alimentare in un territorio chiave per il settore ortofrutticolo italiano ed europeo come il Trentino.

Innovativa, suggestiva e soprattutto originale. Quella realizzata in collaborazione con il gruppo Leitner, leader internazionale nell’impiantistica a fune, insieme a maestranze locali, è un’opera senza eguali. Un’infrastruttura che sarà inaugurata ufficialmente in autunno alla presenza delle autorità nazionali e locali e che, con la prima accensione dei motori, ha già suscitato il plauso delle istituzioni – “un ottimo esempio di lavoro di squadra 100% Made in Italy", l’ha definita il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida – generando inoltre un’impressionante eco sulla stampa nazionale e internazionale che non ha risparmiato un forte e giustificato clamore. I numeri, del resto, parlano da sé, definendo la dimensione e il ruolo di una struttura pensata per apportare importanti benefici in termini di impatto ambientale e di sicurezza.

Finanziata in parte dal programma europeo Next Generation EU (che ha coperto il 40% dell’investimento), la Funivia ideata da Melinda collega una delle sale di lavorazione di Predaia con le celle ipogee, le stanze di roccia situate nel cuore della miniera di Rio Maggiore, a 900 metri dall'ingresso delle cave, a circa 575 metri sul livello del mare. L’impianto, che si estende per 1,3 chilometri e con un dislivello di quasi 90 metri, può trasportare ogni ora 460 contenitori di mele da 300 chili ciascuno, viaggiando alla velocità di 5 metri al secondo. I frutti raggiungono così le celle, dove la frigoconservazione naturale garantisce un risparmio energetico del 30% rispetto ai tradizionali magazzini di superficie. Secondo le stime, la struttura a fune - alimentata da fonti rinnovabili come fotovoltaico e idroelettrico e capace di sfruttare inoltre il peso delle mele in discesa per contribuire alla produzione di energia – consentirà di evitare ogni anno oltre 5.000 viaggi di camion riducendo così le emissioni e garantendo maggiore sicurezza. Non solo sulle strade.

La nuova infrastruttura, infatti, offre in tal senso migliori condizioni di protezione per il personale impegnato nel lavoro quotidiano in ipogeo grazie un accesso esclusivo e dedicato alle celle all’interno del sito minerario. Un aspetto fondamentale che consente di ridurre interferenze con altri percorsi, migliorare l’organizzazione del lavoro e assicurare maggiore tutela a chi opera in un contesto tanto particolare e prezioso.

Per Melinda, che con le sue 400 mila tonnellate di mele raccolte ogni anno in Trentino nelle valli di Non e di Sole, contribuisce al 20% circa della produzione italiana, la Funivia assume un significato di enorme rilevanza. L’opera, infatti, costituisce oggi “un ulteriore elemento che arricchisce un percorso di sostenibilità avviato dal Consorzio già molti anni fa, adottando con visione e tempismo soluzioni concrete”, ha ricordato il presidente Seppi citando, tra queste, “l’impiego esclusivo delle energie rinnovabili, l’uso dell’irrigazione a goccia per garantire il risparmio idrico nei campi e il ricorso alla frigoconservazione naturale”. Un impegno per la produzione sostenibile che si colloca in scia con una tradizione agricola fondata sul rispetto dell’ambiente oltre che sul legame con il territorio e sulla forza del modello cooperativo. E che, ogni giorno, plasma l’impegno di un Consorzio che rappresenta 4.000 piccole imprese agricole riunite in 16 cooperative che coltivano circa 6.700 ettari di meleti. Generando un fatturato medio di oltre 300 milioni di euro, offrendo opportunità di lavoro a oltre 1.300 addetti e creando inoltre un importante indotto economico.

       
       

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