Cultiva: sostenibilità e innovazione per dare forma a una nuova agricoltura
Cultiva: sostenibilità e innovazione per dare forma a una nuova agricoltura
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di Claudia Scorza
Cultiva, azienda nata a Taglio di Po (Ro) e partner globale per la prima e la quarta gamma "fresh cut", da anni fonde tre mercati di successo – Usa, Europa e Italia – in unico modello di business di stampo anglosassone, facendo conoscere l'eccellenza della produzione agricola italiana anche oltreconfine.
Sicurezza alimentare, qualità della materia prima, agricoltura biologica, innovazione e responsabilità circolare sono i pilastri su cui si fonda il suo operato. Ne abbiamo parlato con Vito Poli, sales manager Italia di Cultiva.
Qual è la mission di Cultiva?
Generare un reale impatto positivo per il nostro Pianeta è l’obiettivo più sfidante e ambizioso che perseguiamo. Rispettare i più rigidi standard della produzione biologica significa dover eliminare tutte quelle sostanze non di origine naturale impiegate in campo sia per la nutrizione sia per la protezione delle colture. Ecco perché siamo convinti che per dare forma a una nuova agricoltura, come recita il nostro pay-off, l’innovazione in campo, unita all’expertise dei nostri agronomi, sia lo step fondamentale da cui partire per procedere verso una sostenibilità circolare.
Innovazione e azione responsabile sono un binomio vincente?
Assolutamente sì. Abbiamo iniziato a investire nel biologico negli anni Novanta, quando ancora le tematiche ambientali erano escluse dall'agenda politica, perché abbiamo creduto fin da subito nella visione di un’agricoltura differente: oggi abbiamo oltre 170 ettari, in continuo aumento, dedicati esclusivamente al bio. Inoltre, per dare il nostro contributo reale all’agricoltura di domani, non solo in campo biologico, abbiamo un reparto interno dedicato all’innovazione agronomica, pensato per supportare le nostre aziende agricole e i soci produttori nella crescente complessità del lavoro quotidiano in campo.
Siete un’organizzazione di produttori. Qual è il vostro scopo principale?
In quanto Op, per noi la filiera agricola è la base di ogni iniziativa e lo scopo principale dell’azienda è la valorizzazione della nostra produzione e di quella dei soci, migliorando le loro imprese e dando rilievo ai prodotti ortofrutticoli su mercati nazionali ed esteri nel pieno rispetto delle persone e dell’ambiente. La produzione è parte integrante del modello di business a responsabilità circolare “made in Cultiva”, che ha come obiettivo quello di accrescere il valore della terra, dei suoi prodotti e di tutti i protagonisti della filiera.
Come riuscite, a livello pratico, a raggiungere questo obiettivo?
Sviluppiamo tecniche e processi innovativi a partire dalla terra. Crediamo davvero che l’innovazione in campo sia l’elemento fondamentale per il successo di queste colture: all’esperienza e alla competenza dei nostri agronomi affianchiamo anche l’intelligenza artificiale e la tecnologia digitale per perseguire risultati di sostenibilità altrimenti irraggiungibili.
È da questi presupposti che nasce il vostro brand “il Bio 4.0”?
Proprio così. Ci proponiamo oggi alla distribuzione e al consumatore anche con questa linea di prodotti biologici per portare a scaffale la reale innovazione “made in Cultiva”, qualcosa di concreto da toccare con mano, per portare in tavola la massima freschezza, certificata e garantita. Il Bio 4.0 è disponibile nelle referenze più richieste e nelle nostre specialità in monovarietà, miste, verdure pronte da cuocere, fino al nuovissimo pack monoporzione zero sprechi.
Quali sono i vantaggi del pack monoporzione zero sprechi?
La nostra monoporzione zero sprechi per le insalate in monovarietà possiede vantaggi tangibili per la distribuzione; tra questi spiccano meno ingombro a scaffale, rotazioni veloci e una scelta più ampia per conquistare un consumatore sempre più attento e consapevole alle tematiche ambientali e alla riduzione degli sprechi. Il nostro reparto marketing ha studiato un pack dal colore vivace, pensato per saltare subito all’occhio, e sostenibile, utilizzando un materiale riciclabile al 100%, il Polipropilene, con un risparmio di plastica del 16% rispetto alle precedenti confezioni.
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