Coronavirus, chi sale e chi scende nell'immobiliare
Coronavirus, chi sale e chi scende nell'immobiliare
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Il settore che sta reagendo meglio agli effetti dell'emergenza sanitaria è quello della logistica, più precisamente se legata ai centri distributivi, alla farmaceutica e all'e-commerce.
Quest’ultimo, grazie all'impennata degli acquisti online, potrebbe registrare un altro anno di crescita. Lo spiega Word Capital, società italiana di consulenza e intermediazione immobiliare, specializzata nel fornire servizi e soluzioni idonee per privati, imprese, fondi e istituzioni in campo real estate.
"Lo scenario non è ancora del tutto nitido, per comprendere cosa stia davvero succedendo nell’immobiliare e quali saranno le ripercussioni del contagio – commenta Andrea Faini, amministratore delegato di Word Capital -. Ma, se i flussi di merce non funzionassero, si rischierebbe il collasso”.
La spinta esercitata dall'e-commerce e dall’imponete incremento delle connessioni, stanno incoraggiando la domanda di infrastrutture base, proprio come i locali a destinazione logistica.
Secondo le stime di Triboo - che opera nell'e-commerce B2B -, nel periodo impattato dall’epidemia si è verificato un incremento del 17% dei volumi di transazioni per il commercio elettronico.
In caduta libera, invece, il mercato degli affitti brevi. SoloAffitti, franchising immobiliare leader in Italia per l’affitto, parla di una contrazione della richiesta che potrebbe compromettere l’intera stagione, con una possibile riduzione del 40% dei posti letto. Ma, nel lungo periodo, chi sopravvive potrebbe incassare di più.
L’emergenza sanitaria da coronavirus ha avuto enormi ripercussioni sul turismo, paralizzando un comparto che vale circa 230 miliardi di euro l’anno, con un’incidenza sul Pil nazionale vicina al 13 per cento.
La domanda di affitti brevi, scelti principalmente dai turisti, ma anche da chi si sposta per motivi di lavoro, è sempre stata caratterizzata da tendenze positive tutto l’anno, con picchi in alta stagione, ma si è ora arrestata bruscamente, e si prevede che questo stallo proseguirà per almeno tre mesi.
“L’attuale situazione ha bruciato il ricavo di tutta l’alta stagione per migliaia di imprenditori, producendo centinaia di migliaia di euro di perdite per gli alberghi a 3 e 4 stelle, e milioni di euro di perdite per quelli a 5 stelle - commenta Silvia Spronelli, amministratore delegato di SoloAffitti – Queste strutture hanno costi molto alti. Un albergo che fattura 2 milioni di euro l’anno, ha oneri di produzione di 1,9 milioni, in uno scenario positivo”. Purtroppo, saranno diverse le strutture ricettive che potrebbero non sopravvivere al coronavirus, finendo con il chiudere in via definitiva.
Enormi problemi, infine, date le chiusure previste dalla legge, si stanno ponendo per i centri commerciali.
In Francia, il Consiglio nazionale dei centri commerciali invita il settore a rendere mensile la fatturazione degli affitti del secondo trimestre e la sospensione temporanea della riscossione di locazioni e oneri per aprile, un suggerimento al quale ha già aderito, per esempio, Carmila la terza società quotata di shopping center in Europa continentale. In Italia, per ora, si è mossa Eurocommercial Properties, che ha annunciato, per i suoi 8 insediamenti nazionali, la fatturazione mensile per il periodo aprile-giugno 2020.
In una nota diramata il 17 marzo il Cncc italiano auspica che, a garanzia di una totale parità di trattamento di tutti i commercianti, quanto incluso nel testo in circolazione del Decreto Cura Italia, con riferimento al credito d’imposta (60%), sia valido e applicabile a tutti i negozi presenti nei centri commerciali.
“Ricordiamo, inoltre – si legge - la nostra proposta, una volta superata l’emergenza sanitaria, relativa al dimezzamento, per un mese, dell’Iva sui beni non alimentari venduti nella rete fisica. Questo potrebbe rappresentare un reale contributo volto ad accelerare il ritorno alla normalità e la ripresa economica”.
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