Quando si parla di ecosostenibilità, bisogna passare dalle parole ai fatti concreti. Solo così l’ambiente ne avrà un reale giovamento. È questo il principio alla base di una nuova impresa realizzata dall’Acqua Sant’Anna, marchio leader del settore. Si tratta di un imballo invisibile, capace di tenere insieme 6 bottiglie d’acqua con un impiego minimo di materiali da smaltire e di energia.

L’idea è dell’imprenditore Alberto Bertone, Presidente e Ad di Acqua Sant’Anna. È stato lui che a suo tempo, con Sant’Anna Bio Bottle, ha inserito nel mercato la prima bottiglia che si possa davvero definire ecosostenibile, perché non ha ridotto la quantità di Pet, ma l’ha sostituito completamente con uno speciale biopolimero di origine vegetale, che non utilizza il petrolio e si biodegrada in meno di 80 giorni. Una innovazione che oggi continua con la novità dell’imballo invisibile. L’obiettivo era di azzerare l’imballaggio dei fardelli. Grazie al supporto tecnico e alla collaborazione con Ribi Limited, una società di brevetti inglese specializzata nello studio e sviluppo di applicazioni innovative, questa idea è diventata realtà. Dopo lunga sperimentazione e investimenti in ricerca e sviluppo da parte dell’azienda di Vinadio, arriva sul mercato il primo imballo invisibile.

Si tratta dell’applicazione di un metodo innovativo che permette di assemblare due o più bottiglie per facilitarne il trasporto mediante legature anulari orizzontali e con una legatura verticale incrociata avente funzione di solida maniglia.  Questo innovativo sistema sostituisce il tradizionale imballo denominato “fardello”, normalmente realizzato in pellicola plastica termoretraibile. Grazie a questa innovazione non sarà più necessario smaltire tonnellate di plastica, che per ogni imballo viene sostituita da tre soli grammi di filo di raccordo, riducendo così di dieci volte l’utilizzo di materiale inquinante. Inoltre, un vantaggio assolutamente non trascurabile, è l’abbattimento dei consumi energetici in linea di imballaggio: si annulla infatti l’energia necessaria ad alimentare le macchine che fasciano e scaldano il fardello per farlo aderire meglio alle sei bottiglie.

In questo modo Acqua Sant’Anna si spoglia della pellicola di plastica termoretraibile che avvolgeva le 6 bottiglie, si mette a nudo utilizzando una nuova confezione  e generando una riduzione drastica di consumo di petrolio. In questi giorni è partita presso alcuni punti della grande distribuzione la vendita sperimentale dei primi fardelli invisibili.

Con l’imballo invisibile il consumatore può contare per giunta su un packaging solido e resistente.