Aggiornato a
Iscriviti alla nostra newsletter

Social card, un riconoscimento alla gdo

Social card, un riconoscimento alla gdo
Social card, un riconoscimento alla gdo

Social card, un riconoscimento alla gdo

Information
Redazione
Agli occhi dei consumatori, forse, non sarà molto. Ma – come si usa dire – piuttosto di niente è meglio piuttosto. Il milione e 300mila possessori della cosiddetta social card, la carta acquisti istituita dal Governo per favorire i cittadini più soggetti a difficoltà economiche, oltre al credito mensile di 40 euro sulla spesa potranno usufrurire anche di un ulteriore sconto del 5% su ciò che acquistano. Questo, come è noto, grazie a una convenzione siglata nelle scorse settimane tra le maggiori associazioni della distribuzione commerciale (da Confcommercio a Federdistribuzione, da Confcooperative-Federconsumo a Confesercenti e Lega Cooperative) e il ministero dell'Economia di concerto con quello del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali.

Lo sconto (cumulabile con altre eventuali attività promozionali o riduzioni di prezzo) resterà - diciamo così - interamente sul groppone delle catene distributive e degli esercizi commerciali che aderiranno all’iniziativa: dall’ipermercato alla superette di quartiere fino al discount. E questo, in un periodo in cui i margini di guadagnano si assottigliano sempre di più per la riduzione dei consumi e l’aumento generalizzato dei costi, va riconosciuto come un lodevole gesto di responsabilità da parte della distribuzione nel suo insieme a tutela dei redditi delle persone più bisognose.

Per necessità o per scelta, in effetti, la distribuzione moderna è già da tempo impegnata fortemente a salvaguardare il potere d’acquisto dei consumatori e la propria redditività (nel 2007 l’utile netto in media non ha superato l’1,2% delle vendite nette). Lo dimostrano il crescente impegno promozionale (con sconti fino al 50% si realizza ormai il 25% delle vendite), lo sviluppo del marchio privato e il consistente inserimento dei primi prezzi nei propri assortimenti.

Resta da capire, in un momento in cui le tensioni sui rinnovi contrattuali tra Idm e Gdo, sono forse più che mai al culmine per l’evidente situazione economica internazionale e interna, dove verranno recuperate le sia pur modeste risorse per far fronte a questo impegno. Qualche iper, sembra, ha già annunciato lievi riduzioni di orario di apertura, anticipando le chiusure serali. Ma è possibile che si tratti di casi isolati. Certo che quella del personale rappresenta la voce di costo più significativa nei costi gestionali, ed è probabile che sia proprio qui che, se ci saranno degli interventi, potrebbero concentrarsi i tagli.

La insufficiente presenza di personale in molti punti vendita della gdo in questo periodo di vendite natalizie, con inevitabile code chilometriche alle casse e mugugni da parte della clientela, appare del resto come un segnale poco incoraggiante. Difficile, peraltro, ipotizzare che venga accolto l’invito lanciato da Federdistribuzione all’industria, definita «sempre e inspiegabilmente estranea a questo tipo di operazioni» alla quale «dovrebbe essere chiesto un ulteriore 5% per ottenere uno sconto complessivo del 10%» da riconoscere ai possessori della social card.
  • Ti è piaciuto l'articolo?

    Iscriviti alla newsletter e non perderti gli altri aggiornamenti.

       
       

Logo Ristorazione Moderna

distribuzionemoderna.info

- Copyright © 2025 Edizioni DM Srl - Via G. Spadolini, 7 - 20141 Milano | P. IVA 08954140961 - Tutti i diritti riservati | Credits