Con il Decreto-legge numero 65 del 18 maggio, il Governo Draghi dà il via alla riapertura dell’Italia, anche in sintonia con altre nazioni europee, tra le quali la Francia.

In sintesi, la norma prevede da oggi, 19 maggio, il coprifuoco alle 23 e, dal 7 giugno alle 24. Seguono, sabato 22 e domenica 23, i centri commerciali che riaprono, dopo un anno circa, nei fine settimana. Si continua, il 24, con le palestre. Ancora chiuse, al momento e sine die, discoteche e sale da ballo.

La ristorazione al chiuso dovrà invece aspettare ancora una dozzina di giorni, cioè fino al 1° di giugno. Il 15 giugno riprendono parchi tematici e congressi. Rimandati al primo luglio piscine al chiuso, sale giochi, centri benessere, eventi sportivi indoor e corsi di formazione.

Tutto questo in zona gialla, colore che, dal 17 maggio, caratterizza la mappa cromatica di tutte le regioni, salvo la Valle d’Aosta, ancora arancione.

È anche istituita la zona bianca, a partire sempre dal primo giugno. Si inizia da Friuli-Venezia Giulia, Molise e Sardegna. Il 7 sarà il turno di Abruzzo, Veneto e Liguria. In zona bianca niente coprifuoco, ma comunque restano valide mascherine e distanziamento sociale.

In ogni Regione la vigilanza e le possibili variazioni, si spera migliorative, sono affidate anche all’ente locale. Conservano forti poteri i sindaci.

I commenti dei manager e degli esponenti delle aziende e delle associazioni di categoria sono tutti molto positivi, ma ricordano il fatto che questo è solo l'inizio.

Resta da attuare, in modo equilibrato e corretto, il Recovery Plan, restano molti settori che hanno visto sostegni irrisori o del tutto inesistenti, restano da sanare, per quanto possibile, le ferite presenti e future all'occupazione e ai bilanci di famiglie e imprese. E resta, quale fattore di distorsione degli stili di consumo, il lavoro a distanza, che moltissime aziende pensano di mantenere, anche per lunghi periodi, ovviamente per quelle categorie che non hanno la stretta necessità della presenza fisica.