Italiani.coop: le vacanze tornano agli anni Sessanta
Italiani.coop: le vacanze tornano agli anni Sessanta
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Faremo le vacanze, nonostante il permanere del Covid, che, per quanto tramortito, è sempre una preoccupante realtà?
E soprattutto i redditi in calo e le aspettative, non certo allegre, sul futuro dei posti di lavoro non ci indurranno, magari, a restare a casa? Se lo è chiesto il portale italiani.coop che ha svolto un’indagine per Robintur.
L’emergenza sanitaria, a vario titolo, terrà a casa oltre 10 milioni di nostri connazionali, che, invece, avrebbero avuto, tutto andando bene, intenzione di partire. Dopo tre anni di crescita ininterrotta il 2020 segna dunque la prima, pesante battuta di arresto.
Il Covid ha sottratto speranze, motivazioni e denaro, e soltanto il 70% prevede di concedersi una pausa nei prossimi mesi: era l’89% nel 2019 e sopra l’80 nei due anni precedenti e sarebbe stato l’87%, in condizioni di normalità.
Chi parte pensa comunque a soggiorni più brevi rispetto al 2019 nel 39% dei casi. Il 30% vorrebbe spendere circa il 20% in meno: il budget sarebbe stato oltre i 1.200 euro senza virus e diventa di circa 1.000 in presenza di esso.
Solo il 24% già pensa di ricorrere al tax credit, il contributo previsto dal Governo per incentivare gli italiani a tornare a viaggiare.
Il Covid si fa sentire, se si calcola che di quel 30% di mancati vacanzieri, il 17% ha rinunciato proprio a causa della pandemia (con donne e over 56 che scelgono di non andare in viaggio con più frequenza). In cima alle motivazioni il caos e l’incertezza del momento: le regole poco chiare scoraggiano il 78% dei rinunciatari, la paura di ammalarsi il 77%, la necessità di risparmiare, in previsione di periodi difficili, il 77% e le difficoltà economiche già insorte per il lockdown il 70 per cento.
Le mascherine e i disinfettanti sono il must have della valigia. Il 93% è convinto che userà disinfettanti, igienizzanti e protezioni per il viso anche in ferie (l’84% partirà armato di disinfettanti per superfici).
Sei su 10 si dicono disposti a installare e usare app di tracciamento dei contagi (come Immuni, quella diffusa in Italia dal Ministero della Salute) e l’88% si dice d’accordo con l’obbligo di mascherine al chiuso, mentre oltre l’80% è pro ingressi scaglionati e favorevole all’obbligo di prenotazioni. Convince molto di meno il passaporto sanitario, con il quale si dicono d’accordo solo il 47% dei vacanzieri. Anche i dispositivi per il viso obbligatori all’aperto vedono concorde solo il 50%.
Il Covid fa anche cambiare rotta, come dichiara il 77% dei soggetti. Il 47% dei vacanzieri sarebbe andato all’estero, ma a fronte delle restrizioni e della pandemia, il 91% pensa che rimarrà in Italia, cosa che potrebbe portare nel Paese un numero lievemente maggiore di turisti nazionali. E l’occasione di un'estate tutta italiana fa riscoprire la montagna, soprattutto ai giovani: la scelgono il 25% dei 23-35enni, contro l’11% del 2019.
Il mare resta, però, la meta più gettonata (60%), ma la montagna e la natura sarebbero rimaste al 13% se non ci fosse stata la pandemia. Fra le regioni più scelte il Trentino-Alto Adige, per l’area alpina, e Sicilia e Puglia, per chi non vuole rinunciare alle spiagge.
Non è tutto: l’estate inizia in ritardo, con le prenotazioni che accennano a una comparsa solo in queste settimane di giugno. A marzo 2019 aveva già fissato il proprio soggiorno il 21% dei vacanzieri e il 37% lo avrebbe fatto a breve (quindi presumibilmente entro maggio). A giugno 2020 invece, ha prenotato ancora solo il 22% di chi andrà in vacanza e il 42% pensa di farlo a breve. A questo ritardo si sommano poi coloro che, nell’incertezza, si affideranno al last minute: erano il 12% nel 2019 e saranno il 19% nel 2020.
La pandemia riporta le vacanze degli italiani indietro di 60 anni. Si va in ferie con l’auto privata (il 55% del 2019 diventa il 71% del 2020) e ci si reca presso un appartamento qualsiasi (in crescita del 2%), che sia in affitto, di un amico o di proprietà.
Un italiano su due pensa positivamente alla seconda casa, mentre il 3% non andrà in alberghi o agriturismi, per i quali invece aveva optato nel 2019.
La pandemia (e la necessità di muoversi in macchina) non hanno però cancellato la voglia di vacanze green, alla scoperta dell'ambiente, per le quali l’81% è disposto a spendere qualcosa di più. E a questo trend si affianca, causa Covid, la salute: l’84% è pronto a spendere di più per strutture sanificate.
“Se un italiano su sei dichiara che ha rinunciato alle vacanze per la pandemia, anche nel mezzo della peggiore crisi (sanitaria ed economica) dal dopoguerra a oggi, le vacanze si confermano, per la grande maggioranza un bene insostituibile e di prima necessità. Indispensabile per il proprio benessere psico-fisico, le relazioni affettive e quelle sociali - sottolinea Albino Russo, direttore generale di Ancc-Coop -. Gli italiani vogliono regalarsi un momento di relax dopo i mesi grigi di lockdown e quelli caldi di un autunno che si aspettano difficile. Faranno vacanze più brevi, più sobrie, al 100% italiane, all’insegna della sicurezza e (quando possibile) della sostenibilità. Tornano di moda le seconde case e la montagna ma tengono, più del previsto, il mare, gli alberghi, i villaggi turistici”.
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