Diversi per cultura e tradizioni. Spesso anche per religione. Ma accomunati dal desiderio di fare festa e in qualche modo di “onorare” le festività natalizie con lo shopping. E’ questo il profilo degli immigrati nel nostro paese che emerge da un’indagine di Confcommercio-Demoskopea. Un profilo in fondo non molto diverso dai nostri connazionali.

Voglia di festa
A dichiarsi intenzionato a festeggiare Natale e Capodanno e ad acquistare e scambiarsi doni per Natale, secondo la ricerca, è infatti oltre il 90% degli migranti (un campione rappresentativo delle sette comunità più numerose sul nostro territorio: albanese, marocchina, romena, cinese, ucraina, filippina e tunisina).

A caccia di regali
Se è vero che oltre un terzo degli immigrati intervistati utilizzerà la tredicesima per pagare le bollette e per rimettere denaro alle proprie famiglie o parenti nei paesi d’origine, è altresì vero che ben il 63% la impiegherà per acquistare regali (contro il 73,2% degli italiani). Gli articoli più gettonati? Abbigliamento (60%), giocattoli (39%), prodotti tecnologici (23%) ed enogastronomici (21%).

La tradizione italiana
Riguardo ai prodotti alimentari, solo il 9,8% degli italiani si è dichiarato invece propenso a regalarli. In entrambi i campioni, tuttavia, la scelta riguarda prevalentemente prodotti della tradizione italiana (92,6% degli italiani a fronte dell’85,6% dei migranti).

La propensione all’acquisto
In generale, gli immigrati risultano essere persino più ottimisti dei nostri connazionali nelle previsioni di spesa rispetto al 2006. Questa sarà infatti più elevata per il 31% degli stranieri, contro 19% degli italiani.

I luoghi dello shopping
Quanto alla scelta del canale distributivo, in netta maggioranza i regali di Natale verranno fatti nei centri commerciali (60,2% di italiani e 67,4% di migranti). I piccoli negozi saranno invece maggiormente frequentati dagli italiani (39,1%, contro il 23,4% dei migranti). Situazione ribaltata nei mercatini. Questi, infatti, evidentemente per la maggiore economicità dei prezzi, sono più considerati e frequentati dai migranti (25,8% contro l’8,3% di italiani).

Tra consumismo e laicismo
“Il processo di laicizzazione delle festività che da anni è in corso – si legge nei risultati della ricerca - ha contribuito in modo significativo a una accentuazione di aspetti consumistici delle feste e, al contempo, ha favorito la trasversalità e la condivisione, nonché una certa omogeneità di comportamenti di consumo, come l’acquisto di regali”.