Con un lusinghiero +5,01 in valore e +5,5 in volume si chiude il risultato tendenziale del nostro export agroalimentare nel primo semestre 2015. Secondo i dati Federalimentare (base Istat) le nostre uscite hanno totalizzato più di 205,4 miliardi di euro per 70,7 milioni di tonnellate.

Il valore dell’import, dal canto suo, è stato di 187,9 miliardi (+4,74%). La bilancia commerciale, dunque, ha registrato un attivo di 17,5 miliardi, in miglioramento di oltre 8 punti sul corrispondente.

Sotto questi buoni auspici si è aperta ieri, 10 ottobre, Anuga di Colonia, rassegna leader nel settore con i suoi 84.000 mq di padiglioni, 7.000 espositori - di cui 770 tedeschi - da 108 Paesi. Un vero incrocio internazionale, in cui, fino al 14 ottobre, il nostro Paese sarà uno dei grandi protagonisti.

E’ quindi interessante soffermarsi proprio sulle esportazioni, punta di diamante del made in Italy alimentare.

Significative le performance delle vendite estere di prodotti zootecnici (+7,65% in valore nel primo semestre), dell’ortofrutta e degli altri vegetali (+12,72), della pasta (+8,29), del dolciario (+8,42), degli oli e grassi (+5,82), del caffè (+14,83%).

Un discorso a parte merita la viticoltura. Secondo “I Numeri del Vino” il semestre ha avuto una variazione del +5% (in valore) per i prodotti imbottigliati, un dato allineato alla media dei flussi in uscita del comparto. Nel frattempo, durante l’ultima vendemmia, l’Italia ha superato la Francia e si è confermata primo produttore mondiale. Ben il 28% del vino confezionato europeo è italiano.

Lattiero-caseario: anche qui il discorso è più articolato. Le esportazioni in valore (fonte Federalimentare), perdono uno 0,34%, a fronte però di un +3,29 in volume. Il prodotto a più alto valore, il formaggio, presenta fatturati in aumento del 2,12%.

“I formaggi italiani partono in pole position – sottolinea Adriano Hribal, consigliere delegato di Assolatte - e continuano a guadagnare quote di mercato nelle storiche aree di sbocco (come Francia, Regno Unito, Svizzera e Germania). Ma soprattutto, in assoluta controtendenza con i principali competitor, la nostra offerta sta conquistando nuovi Paesi.

“L’analisi condotta da Assolatte – conclude Hribal - rivela che, tra gennaio e giugno, l’Italia ha aumentato dell‘1,9% i quantitativi di formaggi inviati nei Paesi extraeuropei, arrivando a superare la boa delle 41.400 tonnellate “.

La nazione tedesca è il maggiore cliente del nostro export in generale. Secondo il rapporto Info Mercati Esteri della Farnesina (dati Istat, Ice e Ambasciata d’Italia)” la Germania si è riconfermata anche nel 2014 il primo partner commerciale dell'Italia.

“Nel 2014 l’Italia ha rappresentato il settimo mercato di sbocco delle merci tedesche (per un valore pari a circa 54 miliardi di euro) e si è aggiudicata il quinto posto nella classifica generale dei Paesi fornitori (48 miliardi di euro).

“Nell´anno l’interscambio commerciale tra Italia e Germania ha continuato a essere superiore alla somma di quello italo-francese e quello italo-statunitense registrando un lieve aumento, rispetto al volume di scambio del 2013, per un totale di 102 miliardi di euro (101 miliardi di euro nel 2013).

“Nella classifica generale relativa ai principali Paesi di destinazione dell´export dell´Italia, la Germania si è aggiudicata il primo posto, assorbendo il 19% delle esportazioni italiane totali”.

L’italian food ha una quota di mercato, sulle importazioni tedesche, del 9,3 per cento: 1.487 milioni dovuti ai prodotti dell’agricoltura, pesca e silvicoltura, 3.393 milioni di prodotti alimentari e 1.234 di bevande. Per contro il nostro import assomma, per le voci elencate, rispettivamente a 510, 4.673 e 311 milioni di euro.